Crolli, ora mirìno su ospedale e condomìni
L’Aquila – L’inchiesta sui crolli e sulle loro vittime, un’ecatombe di 307 persone più migliaia di feriti e migliaia di persone colpite nella mente, anche loro considerate vittime di lesioni, cambia obiettivo. O meglio, il mirino della Procura sarà puntato nei prossimi giorni sui crolli all’ospedale S.Salvatore (un edificio le cui carenze non sono sicuramente recenti) e soprattutto sui condomìni, ovvero gli edifici sbriciolati dalle scosse e precipitati implodendo e distruggendo centinaia di vite. La città è costellata da paurosi vuoti nel tessuto degli edifici accanto a piazze e lungo strade. Sono i crateri apertisi quando gli edifici, non molti per fortuna, sono crollati in un baleno polverizzandosi e trascinando nel baratro senza ritorno le persone. Intere famiglie. Uno strazio di dolore e di sofferenza che nessuno dimenticherà mai, nè coloro che sono stati direttamente colpiti, nè gli altri: la gente, i soccorritori, i medici, i privati che hanno scavato con le unghie e con i denti per tentare di salvare qualcuno ancora vivo sotto le macerie. In quelle ore terribili dopo ler 3,32 del 6 aprile, quando in tanti luoghi di morte non arrivava nessuno e i soccorsi tardavano mentre la gente urlava e si disperava. O magari arrivava qualcuno che non riusciva a produrre risultati, per inesperienza o perchè non pratico delle macchine scavatrici. Ore terribili.
Quei fatti si trasformeranno in avvisi di garanzia per chi le indagini hanno permesso di ritenere responsabile. Finora, 26 persone sono nel registro degli indagati e presto saranno interrogate. La lista, però, è lunga e arriveranno altri nomi, c’è chi dice ancora tanti. Nessuna foga giustizialista, ma desiderio di giustizia sicuramente sì. Nessuno sia crocifisso, ma ciò che è accaduto sia messo in luce piena, totale, per sapere in quale misura è umana la responsabilità della tragedia aquilana. Al di là di ogni dubbio, una misura rilevante. (Nelle foto Col: Due scorci della zona di via Campo di Fossa)
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