Morìa cementerie: la politica preme


Scafa – E’ già di per sé assurdo che nella regione in cui è necessario ricostruire dopo il sisma del 2009, chiudano dei cementifici. La morìa di queste aziende (Scafa e ora anche la Sacci a Pescara) contrasta con ogni principio di logica e razionalità. Possono aggiungersi delle domande alle quali nessuno risponde. Per esempio: dove si prende il cemento per i cantieri già in funzione nel cratere, o per le grandi opere pubbliche in corso o programmate specie nella viabilità?
Questa mattina il Ministro per le riforme costituzionali Gaetano Quagliariello ed il Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini, hanno incontrato i vertici della Italcementi per analizzare la situazione dello stabilimento di Scafa, che minaccia la chiusura con la conseguente crisi occupazionale per i lavoratori impiegati nella struttura e per quelli dell’indotto. Il deciso invito ribadito dai due rappresentati del Governo, in un confronto aperto con i vertici dell’azienda, e’ stato quello di mantenere attiva la presenza dell’impianto (Italcementi opera a Scafa dal 1974) per continuare quel rapporto proficuo con il territorio che tante opere ha permesso di realizzare negli anni scorsi, come il nuovo palazzo di Giustizia di Pescara, il potenziamento della linea ferroviaria Adriatico-Sangritana o la superstrada Isernia-Castel di Sangro. L’Abruzzo rivestira’ nei prossimi anni un ruolo strategico nell’attivita’ edilizia, in primis legata alla ricostruzione, e su questa la Italcementi potra’ giocare una parte di primo piano.
Per questo i vertici aziendali sono stati sollecitati a ripensare la loro decisione e non chiudere lo stabilimento ma a rilanciare altresi’ la produzione trovando strade alternative a quelle ipotizzate, preservando cosi’ la realta’ industriale ed il futuro dei lavoratori.


18 Settembre 2013

Categoria : Politica
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