La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (10)


“L’Aquila – In questa puntata dei suoi appunti e disappunti, Lucci ricorda una parentesi “aquilana” a Los Angeles, con Di Caprio, Scorsese, Eastwood e chi più ne ha più ne metta. Momenti eccellenti, in cui un libro edito dall’Accademia dell’Immagine varcava l’oceano e gli States, fino sulla sponda dell’altro oceano, il Pacifico, in quella California (sempre d’oro nell’immaginario collettivo, allora come oggi) che era la luce del cinema mondiale. Sono ricordi datati, che è interessante rileggere e rievocare, con le agili parole di Lucci. In cui, sorpresa, fanno irruzione anche quei vecchi amici aquilani che giocavano al rugby…

(di GABRIELE LUCCI) – “QUASI TUTTI I MIEI AMICI GIOCAVANO AL RUGBY…” – Indugiando sul bello. Nella citta’ degli angeli a Rodeo Drive. Scortato da una squadra di palestrati arriva Leonardo Di Caprio. Piu’ in la’ Martin Scorsese. Stiamo per presentare con il premio Oscar Dante Ferretti un libro edito dall’Accademia dell’immagine. Aveva ragione Dante preannunciandomi il bene che gli voleva Hollywood: sala piena di star e di producer influenti. Bella serata. Ma io alludevo a un’altra bellezza, quella di Di Caprio. Vi assicuro che non disattende le aspettative di chi vedendolo sullo schermo spera poi di non doversi ricredere vis-a’-vis. Scambiamo qualche parola e poi scivola via. Cio’ che vale per lui vale anche per Clint Eastwood. La testimonianza tira di nuovo in ballo Los Angeles durante le riprese del film Nel centro del mirino con John Malkovich. Avevano ricostruito tutta la Casa Bianca in studio e lui, Clint, passava da un stanza all’altra del set con i suoi quasi due metri di immutabile fascino. Che effetto fa conoscere questa gente e quell’ambiente? Che volete che vi dica, per un provinciale come me e amante del cinema e’ superfluo ogni commento. Anche se il prezzo che ho pagato per questi sporadici momenti e’ stato sempre molto alto. E, cosa assolutamente prevista dal copione della vita, a consegnarmi lo scontrino di cassa sono stati sempre alcuni miei concittadini che hanno esagerato nel manifestarmi la loro ammirazione segreta ( e’ questa la molla che anima l’invidia secondo Kierkegaard ) . Comunque nessuno mi ha obbligato a vivere come vivo, dunque e’ giusto che accetti la naturale alternanza del sole e della pioggia. E poi non bisogna mai dare troppa importanza alle cose, sia belle che brutte. Entrambe arrivano, entrano nella nostra vita come e quando vogliono. Come diceva Carmelo Bene esistono solo entrate. Solo che spesso siamo impotenti quando ce le troviamo davanti. La cosa che mi ha sempre stupito e’ come nei millenni l’ uomo pur di fronte sempre agli stessi problemi non sia mai riuscito a trovare adeguate soluzioni, almeno da trasmettere ai posteri su come agire nel caso in cui. Quelle scientifiche, tecnologiche schizzano avanti ma quelle intime, psicologiche, restano al palo. Risposte sempre immature se il tuo amore diventa ex, se per difenderti non trovi altro che dire bugie, se di fronte al Male reagisci con la depressione. A proposito di amore un maestro sul tema fu sicuramente Truffaut. Il suo attore icona e’ stato Jean pierre Leaud. E’ venuto all’Aquila da noi. Fu un po’ sconcertante la sua presenza e cosi’ il suo intervento per i ragazzi. Secondo me non si e’ mai ripreso dalla scomparsa del suo famoso regista. Ma come dimenticare uno dei piu’ bei film della storia del cinema come I 400 colpi che lo vide protagonista? Non doveva essersi ripresa da Ultimo tango a Parigi nemmeno Maria Schneider, approdata anche lei in citta’. Quanto a Bertolucci venne con questa pellicola letteralmente linciato dal puritanesimo sempre debordante del sistema politico-istituzionale. Certo parliamo tanto di cinema e voi a questo punto siete convinti che attori o registi siano sin dall’infanzia i miei eroi. Niente di piu’ errato. Il cinema come ossessione ci puo’ stare e prendetela come uno che ha un tic. Ma la vita e’ piu’ grande del mondo in celluloide. Da ragazzo quasi tutti i miei amici giocavano a rugby, io no. Ma stavo sempre con loro, giocavano e bene in serie A. Il nostro terzo tempo si consumava la domenica sera dopo la partita al mulino di Loris Ballestrazzi ( un pilone), risate goliardiche e salsicce a volonta’. Anche in occasione di nostre iniziative finivo spesso per coinvolgere compagni rugbisti. Come quella volta che portai Gianni Mina’ da Beniamino Manetta e Cecco Peppe che lo stavano aspettando a un circoletto nei pressi di piazza s.Pietro , o quando a tavola con Sergio Zavoli, allora presidente RAI, lo introdussi alla filosofia della pallaovale parlando dei nostri giocatori esaltandone lo spirito. Giampiero Ricci, Giancarlo Vicini, Francesco Tironi, Sergio Parisse, Giorgio e Giancarlo Morelli, Serafino Ghizzoni, Mauro Zingarelli , Pippo Placidi, Massimo Mascioletti, Peppe Zia, Pacifici, Francesco Pietropaoli, Antonio Di Zitti, Fulvio Di Carlo, Ballestrazzi, i fratelli Di Cola, Autore, Mariani, Prosperini e Cucchiarelli e poi Sergio Del Grande, Manetta e Tiboni e poi e poi…….
Si, erano loro i miei eroi. E lo sono ancora oggi.


17 Settembre 2013

Categoria : Cronaca
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