Primarie, il bel gesto del PD non c’è stato
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – Domani si vota per le primarie del PD. Dati, cifre, luoghi, dettagli il partito non ha ritenuto di diffonderli alla stampa, ma forse solo ai propri amici. Alla stampa sono arrivati invece numerosi comunicati delle fazioni interessate, quindi facciamo a meno di pubblicarli: è una semplice, scontata campagna elettorale come tutte le altre. Niente di nuovo, nessuna svolta: dei candidati si confrontano per salire sulle possibili poltrone del partito che intende rivitalizzarsi e riprendere fiato e terreno, credibilità e autorevolezza. Ne ha bisogno, non solo in Abruzzo, dove conserva due vessilli (la Pezzopane e Cialente a L’Aquila, che è fino ad oggi il capoluogo di Regione), ma scivola ovunque su tutto il resto. Ne ha bisogno chi in questo paese sempre più invivibile, puteolento, defedato e scalcagnato, desidera una sinistra forte, onesta, riformatrice, tollerante, illuminata. Una sinistra europea, all’inglese o alla svedese, magari con dei leaders che somiglino ai veri statisti. Una sinistra di civiltà e di autentico rispetto per i più deboli, per i valori evoluti degli anni Duemila, per le prospettive. Niente di tutto ciò in Italia, niente di tutto ciò in questo sconquassato Abruzzo, colpito dal malaffare e dal terremoto. Due ecatombi di speranze e di fiducia nel futuro imminente. Il centrodestra sarà bravo quando avrà dimostrato di esserlo, per ora sguazza dilapidando denari in emolumenti satrapici a se stesso e ai suoi pilstri, i megadirigenti; annaspa tra i problemi di sempre, non sa guarire la malattia della sanità , nè ridimensionare i mali della burocrazia. E’ come tutti gli altri, insomma, come i centrosinistra che lo hanno preceduto, imbelle, indeciso, poco incisivo, arruffone e affezionato a privilegi e lucri, a prebende e auto blu. Deludenti tutti, quelli di prima stomachevoli, quelli di oggi grigi e improduttivi.
Ecco perchè ci vorrebbe un amico, per dirla con il Venditti: un sincero, onesto, moderno e irrituale spazio della sinistra. Potrebbe essere un rifugio, una speranza, uno stimolo per il buon Gianni Chiodi, che comincia a scivolare sul ghiaccio anche lui.
E’ stato suggerito dalla ribalta di una grande trasmissione televisiva nazionale, il Chiambretti Night, un bel gesto: devolvere l’incasso delle primarie (almeno 4 milioni di euro, si prevede) a favore dei terremotati abruzzesi. Magari la metà , magari una parte. Era una pdiessina a dirlo, Stefania Pezzopane, non in una piccola tv locale, ma dal sornione e sarcastico Chiambretti. Il PD avrebbe dovuto rispondere qualcosa. I suoi candidati abruzzesi, due giovani, avrebbero dovuto ribattere, dimostrando di essere appunto giovani e innovativi. Era, chiaramente, una provocazione, perchè il PD ha bisogno di quei soldi, le primarie costano. Ma alle provocazioni si risponde, magari usando l’arma dell’ironia o dell’arguzia. Se ne ne ha. Ma purtroppo i giovani virgulti del nuovo socialismo universale (che poco alligna in Italia) non si offendano, una cosa almeno hanno ereditato dal Cremlino e dalla sua torva, cadaverica burocrazia che assisteva livida e cibernetica alle sfilate di missili e cannoni sulla Piazza Rossa (ora rosa): l’assoluta mancanza di ironia e di umorismo. E’ l’umorismo l’unica vera differenza tra gli esseri umani e gli animali. Speriamo di sbagliare.
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