La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (9)
L’Aquila – Andiamo avanti con gli appunti di Gabriele Lucci, “padre” del cinema a L’Aquila, quando la città avrebbe potuto diventare una piccola Hollywood, magari in miniatura, ma molto aòppetitosa per un turismo culturale capace di produrre un decollo. La città in cinema di Lucci morì per sentenza inappellabile della politica locale. L’Accademia dell’Immagine sta morendo, sempre per decisioni politiche, tra polemiche e scambi di accuse, e pure un’inchiesta della Corte dei conti. Quasi quasi una storia buona per un film…
(di GABRIELE LUCCI) – Si puo’ vivere senza il bello? Difendero’ fino all’estrema unzione il diritto di creare con il proprio talento una cosa bella. Nel film Roma di Fellini e’ proprio il il maestro a dirci che tutti dovrebbero fare cio’ che e’ a loro piu’ congeniale. Se fosse cosi’ penso che uscirebbero solo cose belle. Infoltiremmo l’infinito bello dell’ arte della poesia della letteratura dell’architettura ecc. Tutto con il nostro produrre qualcosa, qualcosa per gli altri e sopratutto che lasci una traccia. In fin dei conti e’ una ossessione degli uomini questa.
Cosi’ come lo e’ raggiungere la perfezione in quello che si fa. Forse sospinti dal bisogno di dire si, io ci sono ci sono stato ho vissuto! Ho lottato contro l’angoscia di un divenire incerto, ho cristallizzato qualcosa in un istante e gli ho dato un senso. E se esce un’opera d’arte ho vinto sul caos, ho estratto dalla vita qualcosa. E’ faticoso perche’ l’arte in natura non esiste, e’ semplicemente un paradosso che noi ci inventiamo. Ma senza questo paradosso non esiste arte. Tutto questo gli abitanti del nostro pianeta se lo possono permettere se il fato e’ a loro favorevole. Anche pero’ se vivono una vita possibile, diciamo normale! Ne sei sicuro?
Perche’ guarda che il destino e’ imprevedibile. Come nel film Il ladro di hitchcock. Un uomo dedito solo alla sua cara famiglia e paradigma di una ordinaria quanto semplice esistenza viene ingiustamente accusato. La sua vita viene stravolta e gli affetti piu’ cari completamente lacerati.
Lo scenografo di Hitch, Robert Boyle, venne a l’Aquila. Per intenderci il premio Oscar alla carriera per tanti film tra cui Intrigo internazionale con Cary Grant. Era arrivato da noi con Monte Hellman bel regista e produttore importante anche di un film di Tarantino. Gli americani si entusiasmano se hai una bella idea e la prima conseguenza felice si concretizza nella domanda: come posso aiutarti? Francamente qui da noi succede quasi sempre il contrario.
Ma c’e’ sempre qualcuno che e’ disposto a crederti e darti una mano, anche a casa nostra. E’ il caso di Francesco Rosi che ha tenuto diverse lezioni all’Accademia dell’immagine, o di Ettore Scola, o di Ennio Morricone, o dell’ultimo leone d’oro a venezia Gianfranco Rosi ( che nel 2010 insieme ai ragazzi del terzo anno dell’accademia realizzo’un documentario presentato con successo a Venezia ). Ne e’ un esempio ancora, perche’ no, Giovanni Schippa.
Nel 91 il Rettore dell’universita’ dell’Aquila credette fermamente al progetto dell’Accademia. Lo si deve molto a lui se prese il via. Tutte le mattine irrompevo alle 7.30 nel suo ufficio mentre dava una scorsa ai giornali. Momento canonico interrotto bruscamente dalle mie noiose richieste. Furono mesi di stanzialita’ assoluta, spesa al tavolino. Per dirla tutta due anni di ricerca e progettazione. Nel 93 si inizio’ e bene. Le adesioni internazionali avevano impinguato la valenza della scuola e il vento sembrava essere dalla nostra. Nessun vaso di Pandora venne aperto e scaricato sul mio capo. Qualcosa non quadrava! Che stessero solo aspettando il momento piu’ adatto? Cambiamo argomento e avviamoci alla chiusura. E questa e’ sempre la parte piu’ difficile. Anche Hermann Hesse non sapeva come chiudere il suo Siddharta, figuriamoci io. Ma ora che ci penso ho iniziato con il bello, allora perche’ non provate ragazzi a stilare una classifica sui registi che piu’ vi piacciono, intendo tra i viventi. Per quanto mi riguarda un metodo puo’ essere quello di scegliere tra coloro che se non esistessero bisognerebbe inventarseli. Che so, un Tarantino ad esempio. Ora continuate voi e solo se volete motivatene il perche’, mentre io intercedero’ presso il mio editore In Abruzzo affinche’ una eventuale pubblicazione riporti le vostre scelte. Eccolo la’….e’ arrivato! Si, lo so…troppo intrusivo….Qualunque sia la vostra decisione non voletemene, e per farmi perdonare vi passo gratuitamente un avviso ai naviganti mutuato da uno dei maestri dell’impressionismo francese: Auguste Renoir. Il quale richiamo’ i suoi connazionali dicendo piu’ o meno questo: non vi siete accorti che da troppo tempo il blu delle nostre bandiere e’ sbiadito, non e’ piu’ il nostro bel blu di Francia? A voi le metaforiche interpretazioni.
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