Volo Londra, taxi e scalo in assedio
Pescara – (di Stefano Leone) – Era in arrivo il volo da Londra. Volo mattutino decollato da Stansted atteso senza ritardi a Pescara. L’aeroporto era in stato d’assedio. Nulla a che vedere con la crisi siriana, nulla a che vedere con segnalazioni di terrorismo. Questa mattina si è compiuto l’atto finale che vede contrapposte le categorie dei taxi di Pescara e Chieti.
L’ennesima guerra dei poveri è andata in onda all’aeroporto d’Abruzzo con grande dispiegamento di uomini delle forze dell’ordine. Poliziotti, Carabinieri e Polizia Municipale. E, come sempre, il bottino di un’altra mattinata di lavoro se lo è accaparrato un solo taxi. “Una situazione imbarazzante e di assoluto degrado – affermano il capo gruppo del PD Moreno Di Pietrantonio e i Consiglieri Enzo Del Vecchio e Gianluca Fusilli – in cui versa lo scalo aeroportuale frutto solo ed esclusivamente della incapacità della Amministrazione comunale di Pescara nell’assumere quel ruolo che le compete e che invece viene scavalcata da iniziative vuote e pericolose della Regione Abruzzo”. E’ proprio quel decreto del Presidente Chiodi, che lungi dal determinare e sancire le regole per lo svolgimento del servizio di taxi, competenza peraltro attribuita dalla legge nazionale ai soli comuni interessati, che ha rappresentato la lesione di un diritto, alla base del quale, gli animi dei contendenti questa mattina si sono nuovamente surriscaldati. Uno spettacolo che non si sa quanto sia stato gradito dai passeggeri arrivati allo scalo pescarese ma che sicuramente ha offerto, ancora una volta, una pagina non edificante per la nostra Regione. “I fatti di questa mattina, – continuano i componenti del PD – che senza alcuna sfera di cristallo, erano stati di facile previsione da parte dei consiglieri del Partito Democratico che avevano chiesto un intervento forte anche dal Prefetto di Pescara, richiamano la responsabilità dell’amministrazione di Pescara e l’assunzione di una decisione forte e ferma nei confronti della Regione Abruzzo per evitare ulteriori degenerazioni. Di una cosa però bisogna che coloro che hanno responsabilità istituzionale siano ben coscienti: non è il servizio all’aeroporto lo scettro da contendersi, vista la penuria di movimento che i pochi voli assicurano, bensì l’occupazione di uno spazio territoriale da utilizzarsi per altri scopi”.
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