Peste gambero, si tentano rimedi
Borrello – Si è tenuto il 10 settembre a Borrello un tavolo tecnico d’emergenza per affrontare il problema dell’afanomicosi del gambero, l’epidemia di peste del gambero (causata dal fungo Aphanomices astacii) che, ai primi di luglio, ha decimato la popolazione di un consistente tratto del Rio Verde e dell’incubatoi di valle di Borrello.
L’incontro fa seguito a quelli già svolti nel mese di agosto in contemporanea con l’attivazione di tutte le misure sanitarie di profilassi, previste dalla normativa vigente. In particolare, la ASL Veterinaria di Chieti e l’Istituto Zooprofilattico “G. Caporale”, competenti per territorio, hanno provveduto ad analisi e ad ispezioni sul campo, riferendo sull’accaduto sia al Ministero della Salute, sia all’OIE, Organismo Internazionale per le malattie Epidemiche.
L’Afanomicosi costituisce la più grave minaccia per la conservazione della specie. Se attaccate, infatti, intere popolazioni possono essere distrutte in pochi giorni, vanificando anni di sforzi per la tutela dell’Austropotamobius pallipes, il piccolo e raro gambero di fiume autoctono la cui rarefazione in natura ha richiesto, e formalizzato in un progetto Life Natura avviato contestualmente in oltre venti siti di Interesse Comunitario, un grande impegno sinergico su tutto il territorio nazionale.
Dall’incontro, al quale hanno preso parte, oltre alle figure competenti in materia (ASL veterinaria e IZS), anche tutti i partner del Life + Crainat per quanto riguarda il Centro Italia (Regione Abruzzo, Provincia di Chieti e di Isernia, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) è scaturita la necessità di redigere un Protocollo operativo, che individua i criteri essenziali per affrontare tempestivamente ed efficacemente l’emergenza verificatasi nel territorio di Borrello ma che costituisce anche un valido strumento di prevenzione, al fine di scongiurare la possibilità che si verifichino altre epidemie.
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