TOSAP, il sindaco Cialente sulle orme di alcuni suoi predecessori, Camerini e Serena
L’Aquila – Pubblichiamo volentieri queste note storiche e le riflessioni di un attento conoscitore di cose e persone aquilane, che dimostrano come nella storia aquilana esistano davvero… corsi e ricorsi.
(di ENRICO CAVALLI) –
Come noto il sindaco Massimo Cialente ha annunciato l’aumento della TOSAP., per finanziare le attività culturali, ricreative, sportive nell’intero comune. Tale decisione sindacale, al di là della sua pratica attuazione nei meandri del complesso ordinamento tributario degli Enti Locali, origina dalla considerazione di uno scarso sostegno delle imprese dedite alla ricostruzione alle iniziative di riattivazione sociale postsisma 2009. L’attuale primo cittadino con questa addizionale TOSAP., suo malgrado, va a ripercorrere quanto fecero nel secolo scorso, ovviamente, in contesti diversissimi politicamente, il sindaco liberale Vincenzo Camerinisr., e, nel Ventennio il podestà Adelchi Serena.
In dettaglio, si deve risalire all’inizio del’900, allorquando, a superamento del socialrepubblicanesimo amministrativo di Berardino Marinucci ed Emidio Lopardi, il giolittismo di Vincenzo Camerini assecondato dall’onorevole Gennaro Manna e Michele Jacobucci fautore del CAI., prospettò una Aquila capitale della cultura, turismo, sport nell’Italia centrale. Allo scopo, si creò un Comitato civico programmatore di iniziative anche filantropiche all’atto del sisma marsicano del 1915 quindi nella Grande Guerra, comunque, tale consesso, attingente risorse da un capitolo extrabilancio comunale a sua volta alimentato da una ritenuta sulle locali transazioni commerciali.
Questa strumentazione liberale di sviluppo della municipalità, riprese a seguito della crisi del 1929, di qui, il podestà Adelchi Serena, deliberò il fondo “Pro Aquila”, da finanziare con un prelievo dell’1% sui consumi di vario genere effettuati nel grande territorio comunale costituito nel 1927; era una imposizione relativa ad una gestione totalitaria della cosa pubblica e che però faceva presente quanto le transazioni mercantili locali ricavassero dall’indotto delle attività promosse dalla “Pro Aquila”. Nella fase autarchica, l’addizionale d’imposta anticipata dalla Cassa di risparmio a favore della Polisportiva Aquila1931, per inciso, calcisticamente salita in serie B pure per un azionariato popolare ben oltre il 1945, ebbene, cadeva su monito prefettizio in ossequio del nuovo T.U., comunale e provinciale n.383/1934; certamente, restando quota parte del fondo“Pro Aquila”, alla assistenza dei ceti bisognosi.
In era repubblicana, con la finanza locale all’insegna del Welfare State, eppure, sindaci come l’indipendente Carlo Chiarizia, il democristiano Federico Trecco e gli onorevoli socialisti Ubaldo Lopardi e Nello Mariani sfidando gli strali della Giunta Provinciale Amministrativa, idealmente, sottesero ai fondi extrabilancio, specie, per i sodalizi sportivi municipali, e, che in chiave pubblicistica come in altre partizioni provinciali del Paese, si barcameneranno fra provvidenze del CONI-Totocalcio e quelle”a pioggia” degli Enti Territoriali, almeno, sino all’allentamento dei rapporti fra politica e sport alle soglie degli anni 2000.
Vieppiù che lo sport rientra fra i servizi alla persona e comunità, comparendo nel dettato costituzionale dell’art.117 comma 3, risalta di opportunità che dinanzi ai tagli governativi dello spending rewiew, la municipalità concepisca il concretamento delle varie sfere di socializzazione; da un lato, il comune deve erogare le risorse in modo trasparente verso enti e sodalizi svolgenti la propria mission secondo criteri di efficacia, efficienza, economicità; dall’altro, la generale comunità che di un’opera assistenziale, teatrale, piuttosto che torneo rugbystico viene ad usufruire, pare logico che a tali intraprese civiche sia chiamata a contribuirvi.
Può darsi che la TOSAP., così congegnata dal sindaco Cialente, decada in dibattimenti sempiterni o venga rivista a timore di contraccolpi negativi sulle aziende in crisi recessiva e sulla rapidità del processo ricostruttivo. Va sempre tenuto presente, però, il carattere pubblicistico dei fondi destinati alla ricostruzione per cui è comprensibile che in qualche modo una parte degli esborsi ritorni tramite tassazione, per dirla con John Maynard Keynes, alla collettività, senza contare poi, che le attività di socializzazione civica conferiscono visibilità ad una territorialità, e, quindi, sinergicamente, ricadono benefici indotti alle stesse imprese.
Questa sortita del primo cittadino, avrà avuto il merito di fare riscoprire fra età Liberale, Ventennio e Prima-Seconda Repubblica a L’Aquila, una continuità di risoluzioni amministrative a favore dello sviluppo di una comunità, tanto più resistente/reattiva dinanzi alle congiunture quanto più ritrova in espressioni sociali il senso di una identità.
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