Ma si può andare avanti in questo modo?


Due piccoli episodi che lasciano sconcertati. Sono minuzie, ma bisogna essere attenti anche alle piccole cose, per tentare di capire chi siamo e dove possiamo arrivare. Accade in Abruzzo.
Sono due chicche. Ad un cittadino è arrivata una severa, minacciosa intimazione di pagamento (pena un’azione legale) di 3 centesimi. Se preferite, 60 vecchie lire. Costo della raccomandata, arcigna e boriosa come solo la burocrazia sa essere, 3 euro e 60. Ad un altro cittadino, l’INPS ha risposto con 24 anni di ritardo, naturalmente dicendo di no, ad una istanza (così si chiama un burocratichese corrente) presentata, appunto, nel 1988.
Può succedere? Ammesso che possa, nessuno all’INPS ha percepito il ridicolo penoso di una risposta dopo 24 anni? Qui sta il tremendo limite della burocrazia: la totale, drammatica assenza di senso pratico e anche di umorismo.
Quanto ai 3 centesimi, siamo nell’idiozia a tutto campo, nell’idiozia fatta persona che si pasce di carte e formalità sufficienti a raggranellare uno stipendio a fine mese.
La domanda, magari al premier Letta, è semplice: possiamo andare avanti in questo modo? C’è una destinazione nel futuro per un paese simile all’Italia dove sopravvivono meccanismi e personaggi del genere? Letta sa la risposta: no. Ma deve tacere e tentare di cambiare un’Italia che pare plasmata di cretineria a tutto campo. Di cui facciamo parte, purtroppo, tutti noi.



04 Settembre 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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