Picconi, cose e case che se ne vanno

L’Aquila – Forse pochi si rendevano conto, fino a qualche mese fa, di quanto sarebbe cambiata L’Aquila con le demolizioni. Ora che sono davvero cominciate, insieme con lavori stradali davvero imponenti. specie in viale Corrado IV e via Venti Settembre, si percepisce lo stravolgimento. Picconi: cose e case spariscono, prospettive e scorci bisogna affrettarsi a fotografarli, altrimenti svaniranno totalmente, perchè la memoria è labile e si fa presto e immagazzinare nel cervello realtà nuove, azzerando quelle vecchie.
Certi edifici demoliti di recente, sono come mai esistiti. Spariti, divenuti mucchi ossuti di ferri, travi, spezzoni di cemento, polvere, sassi. E tante, tante cose piccole, oggetti minori confusi nei cumuli. Pezzi di cornici, teste di bambole, frammenti di specchi, zampe di tavoli, carte e fascicoli, resti di lampadari, raramente persino libri. Casseruole, posate, cocci di vasi da fiori, frammenti di scaffali, intonaci con restri di carte da parato, maioliche, rubinetti. Pezzi di esistenze spezzate oppure ormi disperse chi sa dove.
Fotografando ciò che resta del palazzo dell’ANAS, ti accorgi di trovarti in una striscia di Sole che prima non arrivava: c’era l’ombra del palazzo. Scopri panorami di altre case dietro, che prima non si scorgevano. Si manifesta una città nuova, ma muta e ferita anche quando è abitata da qualcuno che si muove tra vuoti, strutture di cemento smozzicate, impalcature e fogli di plastica svolazzante. Tutti sembrano, in talune strade, zombi da film di fantascienza. Con espressioni fisse o smarrite, spesso decisamente invecchiati, incurvati, prostrati da una batosta che non svanirà con gli anni. O, per lo meno, nei prossimi anni. Ci vorrà tempo, molto tempo. Un patrimonio che non è nella disponibilità di tutti. E per il quale le banche e le finanziarie ancora non hanno inventato mutui o prestiti.