“Regione approvi legge ricostruzione”
L’Aquila – ISTITUZIONI NON ALL’ALTEZZA DEI PROBLEMI DEL DOPOSISMA – MIGLIAIA DI FAMIGLIE ANCORA SFOLLATE DOPO QUATTRO ANNI E MEZZO – Scrive Pio Rapagnà, ex parlamentare abruzzese e fondatore del Mia Casa: “Le Istituzioni della Regione Abruzzo, sino ad ora, non sono state all’altezza della situazione e delle “enormi e pesanti” responsabilità rispetto alla ricostruzione, restando concretamente “estranee” alle speranze e attese della intera comunità regionale e locale rispetto al mettere in campo tutte le risorse e l’impegno a fare quanto necessario per “lenire le sofferenze e riparare i terribili effetti materiali ed esistenziali provocati dal terremoto del 6 aprile 2009, in modo che l’indolenza e l’inerzia degli uomini e delle Istituzioni preposte mai più siano causa di altre vittime e altro dolore”.
Migliaia di famiglie ancora sfollate, dopo 4 anni e mezzo dal terremoto, ancora non possono ritornare nelle loro “naturali” abitazioni, del centro storico, della immediata periferia e delle Frazioni storiche del Comune di L’Aquila.
Chiediamo al Presidente della Regione Gianni Chiodi, al Sindaco di L’Aquila Massimo Cialente, al Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche e all’ATER che cosa intendono fare, nei prossimi giorni, affinchè, finalmente si dia inizio ai lavori di ricostruzione “pesante” e di messa in sicurezza di tutto il patrimonio abitativo pubblico e privato.
Il Mia Casa, celebrata la Perdonanza, chiede con ancora più forza e determinazione al Consiglio regionale che, nella seduta convocata per martedì 17 settembre prossimo, si discuta e si approvi una “Legge Generale ad hoc”, per coordinare, acceelerare e controllare tutte le fasi e le procedure della “ricostruzione” e per la sempre più urgente “messa in sicurezza” dell’intero patrimonio abitativo, così come stabilito dal Disegno di Legge n. 83 del 22 giugno 2012 sulla cessazione dello stato di emergenza e trasferimento delle funzioni alle amministrazioni competenti in via ordinaria.
Sino ad ora, però, per la ricostruzione “pesante” degli edifici classificati E, nessun cantiere è stato ancora aperto! Per questo c’è la necessità di avere “al più presto possibile” un Consiglio regionale “rinnovato” e nella pienezza delle sue funzioni, dovendo assumere, insieme alle massime Istituzioni della Regione Abruzzo, alcune “inevitabili” responsabilità.
Infatti, esattamente da 4 anni e 4 mesi fa, il Decreto-Legge “Abruzzo” del 28 aprile 2009, n. 39, subito convertito in Legge, stabiliva che le modalità di predisposizione e di attuazione di un piano di interventi urgenti per il ripristino degli immobili pubblici danneggiati dagli eventi sismici, spettava al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, mentre la realizzazione degli interventi spettava al Presidente della Regione Abruzzo in qualità di Commissario delegato.
Il Commissario delegato, a sua volta, si sarebbe dovuto avvalere del competente Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche, ma avrebbe potuto avvalersi anche dell’ATER di L’Aquila e delle altre ATER del cratere.
Recuperare il tempo perduto è uno dei doveri “prioritari” del Presidente della Regione Abruzzo, del Consiglio regionale, del Comune di L’Aquila e dei loro rispettivi “enti strumentali” e soggetti attuatori della ricostruzione da essi direttamente indicati.
Il Presidente della Giunta regionale Gianni Chiodi è stato più volte, ma inutilmente, “invitato” a convocare un incontro di coordinamento tra tutti i soggetti responsabili della ricostruzione e della messa in sicurezza antisismica, per scongiurare ulteriori e ingiustificabili ritardi: dovrebbe farlo “immediatamente”, anche per dare, finalmente, un concreto contributo alla ricostruzione pubblica e alla approvazione di una tanto attesa “Legge ad hoc”.
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