Riaprire l’albo d’oro dei cittadini onorari
L’Aquila – (di Amedeo Esposito) – CON I SENATORI A VITA NOMINATI DA NAPOLITANO – Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato quattro nuovi senatori a vita: Claudio Abbado musicista tra i più illustri del panorama internazionale; Elena Cattaneo, scienziata; Renzo Piano architetto ricercatissimo in tutto il mondo ed il Premio Nobel Carlo Rubbia.
Personaggi che sono comparsi, in tutta la loro grande notorietà, nel panorama aquilano: Abbado che ha ridato “soffio” alla grande musica della città, dopo il terremoto; la scienziata Cattaneo che “detta” i temi medici ai ricercatori aquilani; Renzo Piano che ha donato all’Aquila l’auditorium del parco ed il Nobel Carlo Rubbia che ha suscitato la grande ricerca nei laboratori sotto il Gran Sasso.
I loro nomi potrebbero riaprire il libro d’oro dei cittadini onorari dell’era repubblicana, che principiò nel 1948 quando L’Aquila onorò il capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola. Seguì, nel 1952, Arthur Rubinstein, un grande musicista noto in tutto il mondo; nel 1957 Paride Stefanini e Giulio Natali, due scienziati della medicina; nel 1959 contestualmente il capo dello Stato Giovanni Gronchi e il cardinale Carlo Confalonieri.
Quel libro, un grande manoscritto su fogli di pergamena, con custodia di pelle su cui campeggiava un’aquila d’oro (opera dell’Orafo Cardilli), fu purtroppo trafugato nel 1970-71.
Era stato voluto dall’”aristocrazia amministrativa” che ebbe L’Aquila, il cui ultimo custode fu il Sindaco Tullio De Rubeis.
Da allora entrarono in uso i testi anonimi deliberativi, senza alcuna solennità, come nel caso ultimo dei Vigili del Fuoco – sempre applauditi dagli aquilani come i propri “angeli” del terremoto – che il Sindaco Massimo Cialente ha esaltato con la “cittadinanza onoraria”, proprio nella settimana della Perdonanza.
Oggi sarebbe doveroso tornare a quell’albo d’oro, per iscrivervi i Senatori a vita che hanno profondamente onorato – com’è a tutti noto – con le loro opere la città dell’Aquila.
Potrebbe essere un altro “segno”, fra i tanti, per la Città della cultura del 2019.
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