Precari, ora enti e sindacati si muovano
L’Aquila – SU ALCUNI PRECARI IL MONDO SINDACALE HA CALATO IL SIPARIO – La possibilità che i precari a suo tempo impegnati nella ricostruzione nel cratere, in vari enti , possano restare a lavorare per altri due anni (in attesa di soluzioni definitive, che per molti scatterebbero poi per legge), desunta dal testo del decreto Letta sui precari, apre la strada a speranze e possibili soluzioni. Sempre che il decreto non subisca modifiche e ritocchi durante il suo iter parlamentare. In molti leggendo le notizie sul decreto avevano sperato, e pare che la possibilità di risolvere i problemi aquilani effettivamente esista.
Gli enti, per ora, tacciono e forse fanno i conti. Gli oneri per le proroghe (che costituirebbero davvero una boccata di ossigeno per decine e decine di famiglie) dovrebbero ricadere sugli enti, che sono chiamati ad usare le risorse loro destinate per la ricostruzione. Situazione, come si vede, difficile, che ogni ente dovrà affrontare secondo le sue possibilità e capacità . Se il Comune ha sempre fatto tutto il possibile per i precari, non altrettanto la Provincia, che ne ha abbandonati una quarantina dalla fine del 2012.
Situazione che non hanno indotto nè la politica, nè tanto meno i sindacati ad assumere posizioni e ad avviare azioni di tutela. Carne da macello, ma soprattutto incredibili silenzi del fronte sindacale allineato su un’omertà che ha offeso e lasciato stupefatti tutti. Per cinque lavoratori dell’AFM gran clamore, per i precari gettati alla discarica neppure una parola…
Ora enti e sindacati si diano da fare, tentino di percorrere le strade migliori, rompano silenzi e sordità che hanno umiliato la città e spinto alla disperazione i lavoratori.
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