Porta Santa, a spizzichi e bocconi
L’Aquila – (di G.Col.) – Mercoledì il gran corteo, la bolla, il rituale numero 719 che con la Perdonanza del 2013 si ripete monco e a spizzichi e bocconi. Hanno fatto di tutto per salvare la Perdonanza, ma neppure la commossa volontà di un sindaco Cialente strenuamente proteso verso la rinascita globale, e di un comitato che ha tentato di ottenere il massimo dal minimo a disposizione, sono valse a garantire l’ordinario. Collemaggio chiusa per pericolo di crollo (magari potevano esporre anche qualcosa di più dignitoso di un pezzo di carta con scritta a pennarello… L’Aquila non si smentisce mai), Porta Santa per un perdonetto. Dieci persone alla volta che entrano (pentite, è il presupposto storico), lucrano velocemente l’indulgenza e sgattaiolano fuori per lasciare spazio ad altri penitenti. O improvvisamente devoti per l’occasione, tra un peccato e il successivo. Perchè si sa, la carne è debole…
Ci saranno problemi di affollamento? Pare di sì, se sono attendibili le previsioni. Oggi c’è chi garantisce che sono già arrivate (e andate via) almeno 15.000 persone. Come faranno poi a saperlo, vai a capire. Dicono di aver contato i depliant portati via dai visitatori: un metodo di misura davvero approssimativo… Negli alberghi si sono pochissime prenotazioni, o nessuna.
Di certo, ci sarà molta gente per il corteo, perchè i turisti arrivano assetati di macabro. Pensano di vedere una chiesa diruta, sfregiata, cadente. Invece Collemaggio è splendida (da fuori), immersa nel verde, pulita, ridondante di luce quando il Sole la colpisce. Dentro è un altro discorso. Ma il turista con dito fremente pronto sul pulsante della fotocamera pensa di vedere altro e si accalca. La sete del tragico, l’appetito del disastro, il complesso di Pompei.
E la Porta Santa, quella che pare pencoli pericolosamente? Ingabbiata tra due strutture metalliche laterali, a protezione dei penitenti a caccia di indulgenze. Dunque, un perdonetto veloce e striminzito, e chi sa se, l’anno venturo, potrà essere organizzato anche quello… Se tutto è vero, dal 2014 dovrebbero avere luogo lavori imponenti pagati dall’ENI. Sarà così, e nei tempi annunciati? L’esperienza suggerisce una sana sfiducia e una salutare diffidenza.
Chi è ancora capace di qualche pensiero si chiede: Celestino V sicuramente aveva pensato che da queste parti crolli e sciagure possono sempre arrivare. E sottintendeva, il santo eremita scansapapato, che ai pentiti veri l’indulgenza si può erogare – in caso di impedimenti – anche sotto la Luna o le stelle. Lui, del resto, era il primo a fuggire da chiese, preti, vescovi, basiliche e sontuosità rituali, nei suoi eremi rocciosi e inchiodati alle montagne, in cui – se davvero si crede – colloquiare con i piani alti non richiede intermediari. Porta santa della preghiera e della fede è il cielo, si presume. Che difficilmente crolla o si lesiona. Almeno che si sappia e finora.
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