Un Gran sasso che non sta mai fermo
Teramo – (Foto: una mappa di sprofondamento del suolo dopo un forte sisma) – OGGI NUOVA SCOSSA 1,7 NEL VERSANTE TERAMANO – Una scossa di terremoto di magnitudine locale 1,7, avvertita solo da parte della popolazione, alle ore 12 e 51 minuti nel versante teramano del Gran Sasso. L’epicentro localizzato dall’Istituto di geofisica tra Nerito di Crognaleto, Fano Adriano e Pietracamela. E’ l’area del massiccio montuoso Gran Sasso-Laga da mesi interessata da una serie interminabile di scosse sismiche, tutte per fortuna di moderata magnitudine e solo quindi in parte avvertite dagli abitanti. Una manifestazione dell’inquietudine sismica del massiccio montuoso, non uno sciame, con epicentri quasi sempre nella zona di Nerito ma risentimenti molto spesso anche nel versante aquilano, specie la zona di Campotosto.
Il fenomeno desta in chi è attento qualche preoccupazione. Le scosse si susseguono ormai da mesi, per fortuna quasi tutte inferiori al 2 Richter. Non tutti le avvertono, ma ci sono. Nessuna autorità pare rendersene conto o voler trattare l’argomento, perchè la gente sia informata. Molti pensano che, invece di nascondere tutto e sperare nel meglio (“io speriamo che me la cavo…”) sarebbe più leale e realistico fornire informazioni precise.
Storicamente, ci sono precedenti significativi. Nel 1950, mese di settembre, vi fu una forte scossa (magnitudine 5,5-5,7 all’epicentro) nella zona di Campotosto, con forti risentiumenti e danni sia nel versante aquilano che in quello teramano, fino ai centri della costa. E’ probabile che le autorità oggi in carica neppure lo sappiano, o fingano di non saperlo. Da allora ad oggi l’edilizia è certo migliorata, ma non è diffusamente e sicuramente antisismica. Si è sempre supposto, anche in modo sotterraneo e ipotetico, che l’equilibrio geologico della parte nord del Gran Sasso-Laga sia stato compromesso dopo la guerra dall’invaso sempre più grande del bacino idroelettrico di Campotosto. Nessuna voce scientifica, nessuno studio noto, solo le scosse che continuano e sembrano non rappresentare un problema.
Il modo più sbagliato di comportarsi. Al quale in Abruzzo siamo da sempre abituati, nè le “lezioni” ricevute sono servite a cambiare qualcosa.
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