Aeroporto Abruzzo, finora che si è fatto?
Pescara – (di Stefano Leone) – ORA TUTTI A TREMARE PER TAGLI E EPURAZIONI, MA DI SOLDI NESSUNO NE PARLA – Ora tutti a tirarsi i capelli e gridare allo scippo. Fin troppi scippi ci sono stati nella regione e si sono chiuse le porte delle stalle dopo la fuga dei buoi. Che il volo della Mistral Air, il volo postale notturno per intenderci, fosse a rischio lo si vociferava già dalla fine del 2012. Il fatto era legato alla sussurrata voce della possibile chiusura del centro meccanografico di Poste Italiane di Pescara. Da allora ad oggi cosa si è fatto per scongiurare che avvenisse? Il nostro Paese è consueto sia come un pachiderma: perché una cosa avvenga, si attua la tecnica dell’alternanza di periodi di silenzio a periodi di vampate improvvise per poi ricadere nel silenzio. Intanto la macchina ormai in moto continua a calibrare il motore in attesa dello start. Dunque, che il volo postale notturno avrebbe potuto essere cancellato sull’aeroporto d’Abruzzo era nell’aria da tempo. Ora, come spesso accade, sembra molti arrivino da Marte e gridano allo sconforto. Anche il volo per Sharm è stato cancellato. E ci mancava non lo facessero! La tratta era stata messa in piedi dai tour operator in sinergia con la compagnia New Livingston Air, giovane vettore risorto dalle ceneri della vecchia e sbrindellata compagnia Livingston. Fra l’altro, la compagnia è stata riportata a nuova vita da un giovane imprenditore abruzzese della famiglia Toto. Dopo la crisi in Egitto e Siria, il volo è stato abolito per questioni di sicurezza. E chi non l’avrebbe fatto? Dunque, ora si trema perché lo scalo abruzzese perde voli. Ma dov’erano tutti quando il Presidente SAGA, (Società Abruzzese Gestione Aeroporti), Lucio Laureti, persona sempre compita e composta, alzava la voce per perorare la causa dei finanziamenti che lo scalo attendeva per programmare il futuro? Laureti ha sempre dovuto lottare, a volte con la carota altre con il bastone, per far capire che senza soldi l’aeroporto non può mettere in campo una pianificazione di movimenti che soddisfino a pieno. Laureti ha sempre dovuto lottare con numeri e percentuali, ha fatto ciò che gli è stato concesso di fare con le risorse a disposizione. Ricordiamo che l’aver chiuso lo scorso anno, il 2012, senza perdite percentuali, in riferimento all’anno precedente, è stato già un grosso risultato. Non perdere è vincere. La SAGA, ebbe rassicurazioni l’8 dicembre 2012, dell’arrivo di 5 milioni di euro del piano marketing. Ne ha avuti la metà. La Regione ha girato circa 860mila euro dei Fondi sociali europei all’aeroporto dei Parchi dell’Aquila, una struttura “virtuale” che dopo clamori, proclami, conferenze e annunci è ancora un’embrione di ciò che dovrebbe essere uno scalo aereo. Perché è accaduto tutto questo? Ora ci si preoccupa che l’aeroporto d’Abruzzo, unica struttura in regione peraltro inserita nel famigerato “piano Passera”, perda colpi. Perché non si è fatto un discorso di razionalizzazione delle spese e si è dato all’unico vero scalo aereo regionale, una connotazione competitiva d’avanguardia? L’aeroporto d’Abruzzo non deve vivere cercando ossigeno con la canna di bambù fuori dall’acqua. La società che lo gestisce deve essere si controllata e indirizzata ma deve essere messa in grado di operare al fine di rendere appetibili l’aeroporto a compagnie e indotto. Non è certo un volo notturno postale che può mettere in crisi una struttura così. Se così è vuol dire che qualcosa non ha funzionato prima. Vogliamo ricordare le precedenti gestioni che hanno preceduto la gestione Laureti? Perché l’unico scalo di rilievo abruzzese possa essere produttivo e indiscusso bisogna si inneschino sinergie che consentano di aprire nuovi orizzonti a voli costanti e metodici nel tempo. Per far questo bisogna intraprendere un’azione di supporto economico-finanziaria che sia degna di consentire il raggiungimento dell’obiettivo. Certo, alla SAGA si possono imputare errori e manchevolezze ma chi non ne fa? Effettuare un lavoro di coordinamento gestionale per far fruttare al meglio un infrastruttura, bisogna che chi è preposto a ciò abbia margini di manovra accettabili. Il Presidente SAGA e il CdA hanno dovuto sempre grattare fondo del barile, gestendo briciole di risorse che potessero sostenere almeno gli obiettivi minimi. Che sia chiero una volta per tutte: se si vuole che le compagnie aeree accettino Pescara e l’Abruzzo come scalo per i loro slot, bisogna mettere sul tavolo molti soldi. Gestirli al meglio, con sapiente rispetto delle regole economico e finanziarie ma ci vogliono soldi. Il resto è solo accademia da campagna elettorale. Il mondo del volo commerciale ha raggiunto livelli di competizione inimmaginabili dunque, se si vuole stare al passo ed essere davvero in-out, bisogna finanziare l’infrastruttura. Ora non ha senso uscire dal cappello del mago e gridare “Mayday Mayday Mayday” aiuto l’aeroporto sta precipitando. Volendo tornare al detto popolare del chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati, sarebbe cosa buona e giusta che la lungimiranza fosse protagonista principale della valutazione e dell’intuito di ogni azione, di molte tra quelle possibili conseguenze future, positive o negative. E’ ciò che, in altre parole, si fa ponendo obiettivi futuri a media e lunga scadenza, sulla scorta di una attenta capacità di previsione, fondata sull’analisi, l’osservazione e un prudente intuito. In questa ottica che i politici facciano totalmente la loro parte, senza demagogie e populismi per il bene comune. Il grande uomo politico, si distingue dal politicante, nell’assumere provvedimenti lungimiranti quando la crisi ispira decisioni miopi. Domani, 24 agosto 2013, nella Sala conferenze della Camera di Commercio, è prevista la conferenza stampa del Presidente SAGA Laureti. Ascolteremo numeri e percentuali e, probabilmente, ancora una sferzata di ottimismo da un manager che ci crede, Laureti appunto, che viene ancor di più supportato da un altro Presidente, Daniele Becci, numero uno della Camera di Commercio di Pescara e componente il CdA di SAGA.
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