La diabolica ossessione: appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (6)
L’Aquila – (Foto: Lucci, Cape Cod – mitica località della East Coast USA – e Norman Mailer) – Andiamo avanti con gli appunti di Gabriele Lucci, ormai rivelatisi molto di più di note scribacchiate sul un vecchio block a quadretti, base di cartoncino. Sta venendo fuori (a piace ai lettori) una storia giovanile e culturale ricca di spunti, memorie, momenti, persone. Un ritratto di città e di ambiente, un coacervo di esperienze, condite con quel tono di levità che le rende avvincenti.
(di GABRIELE LUCCI) – Chiedere consigli e riceverne. Quando si danno puzzano sempre di retorica sopratutto se rivolti ai piu’ giovani. E non servono quasi mai a niente. Ma non e’ cosi’ se si tratta di consigli pratici, come chiudere una valigia farsi rilasciare il visto per un viaggio superare piu’ facilmente il jet lag. Oppure quali strade seguire se si ha la balorda idea di far nascere una scuola di cinema in italia.
E’ l’aereo per Cape Cod? Si. Gettai lo sguardo oltre le vetrate dell’aeroporto di Boston, solo un bimotore a elica. Lei quanto pesa? Come quanto peso?! Cominciavo a preoccuparmi, e sempre di piu’ quando la stessa domanda venne rivolta a un donnone che occhio e croce stazzava 150 chili. Facciamola breve: 6 passeggeri per un pilota anche lui grasso, per un piper che sembrava parcheggiato li’ da una vita e per raffiche di vento evocanti Chicago, tutto questo quale scontrino finale di cassa mi avrebbe regalato? Ho sempre avuto paura degli aerei.
Anche Kubrick ce l’aveva e questo, conoscendo la sua maniacalita’, non mi confortava affatto. Inoltre nessuno di loro era famoso, come quella volta che fummo investiti da vuoti d’aria ma tra i passeggeri c’era Alberto Sordi. Nemmeno gli dei potevano prendersi la responsabilita’ di farci morire con lui a bordo! Dopo un’ora di volo il trabiccolo centro’ una lingua di terra piu’ striminzita di un bagnasciuga dell’Adriatico. Per dare le gambe giuste a una scuola di cinema, per capire veramente se c’era questa urgenza, insomma se creare o no un crocevia di passioni, dovevo trovare conforto nei pensieri altrui. E per altrui intendo gente che sa come vanno le cose nel mondo della celluloide . Loro dovevano aiutarmi e condividere l’idea.
Approdato cosi’ a Cape Cod irruppi sul set di Norman Mailer. La piu’ importante coscienza d’America del secolo scorso, insieme a Susan Sontag, si agitava circondato dalla madreperlata Isabella Rossellini, dallo smagliante Ryan O’Neal, indimenticato interprete del Barry Lindon di Kubrick e dal mio amico John Bailey ( cinematographer di American Gigolo e del Grande freddo). Ottenni quello che volevo e riuscii ad averlo anche nei successivi contatti.
Importanti personalita’ mi avrebbero illustrato lo stato dell’arte e sopratutto sarebbero venute all’Aquila condividendo un progetto destinato ai giovani. Con sottobraccio la garanzia del triplice Oscar Vittorio Storaro venne facile aprire le porte. Passai dall’insegnante dell’Actor studio Sondra Lee al direttore della Walt Disney Jim Morris, e poi a Alex Funke piu’ volte premio Oscar per effetti speciali e a Richard Marx montatore di Apocalipse Now. Ce ne furono altri ma questi i primi che ricordo. Ora che ci penso ho fatto un salto temporale di 5/ 6 anni. Quelli dal 1985 al 91/92.
E cioe’ quelli che intercorrono dall’ultima edizione del festival sui mestieri del cinema alla nascita dell’Accademia dell’Immagine. Quello che avvenne in questo periodo ve lo diro’ la prossima volta, mentre visto che abbiamo iniziato dissertando sui consigli voglio chiudere dandone qualcuno a voi ragazzi. Sono molto pratici perche’ vissuti sulla mia pelle oramai piena di cicatrici. E sono quelli, vere e proprie lezioni di vita, che ho appreso via via infilando incontri e nuove conoscenze.
Prima lezione: se avete un’idea che questa sia chiara, prima di tutto a voi stessi. Sei tu il primo a doverci credere. Chiunque sia il tuo interlocutore devi esporla in modo semplice. Non hai piu’ di due tre minuti per farlo e se e’ scritta non piu’ lunga di una cartella. Taglia dove non serve e quando lo hai fatto taglia ancora. Devi essere molto convincente, devi sedurre con la tua idea chi hai di fronte, che sia un bancario a cui scucire soldi o un producer, quello deve diventare il tuo nuovo fratello. E mentre la esponi gia’ ti renderai conto se si crea quell’empatia che lo sta trasferendo sulla tua lunghezza d’onda. Se e’ cosi’ sara’ un momento di feeling erotico. Se sarai capace di esporre il tutto in tempi brevi, alle 8 di mattina, adrenalitico ma lucido, ti assicuro che convincerai il tuo referente a comprarsi anzitempo la sua bara.
Seconda lezione: scegli bene chi e’ il tuo interlocutore. Non regalare passione e competenza a chi non e’ in grado di capirti. Tempo perso, e non solo, perche’ in questo modo sei soltanto tu ad averti sbarrato la strada. Il prezzo che paghi puo’ costarti molto e al momento opportuno potresti non avere le forze per cacciare i farisei dal tuo tempio.
Terza lezione: la passione stessa puo’ tradirti. Ti butti a corpo morto nell’impresa perche’ ci credi ma….Ma se non coniughi questo tuo desiderio con il tuo raziocinante rischi spiacevoli sorprese. Potresti finire bruciato tra le fiamme della tua stessa passione. E non dimenticare che cio’ che vuoi raggiungere e’ sempre parte di un mondo piu’ complesso e sopratutto non deve rappresentare per te stesso l’unica cosa per cui vale la pena di vivere. Fraziona il rischio!
A questo punto devo confessarvi che il primo ad aver toppato in merito a quanto esposto nella seconda e terza lezione sono io. Ma e’ proprio per questo che il tutto diviene testimonianza. Quanto alla prima lezione mi e’ sempre andata bene. Lo si deve tuttavia a un dono della natura che ho semplicemente assecondato. Qualche raccomandazione in piu’ la merita il terzo oggetto in disamina perche’ e’ davvero il piu’ ostico da superare. Come frenare qualcosa che viene naturale? E’ come frenarsi in un rapporto amoroso, pressoche’ impossibile. Ricordate Adele H. di Truffaut? Alla fine la nostra eroina esce pazza per amore. Ragione e sentimento dunque! Perche’ e’ facile infilarsi nel letto di qualcuno, il difficile e’ vedere poi come ne esci.
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