La catastrofe del turismo marittimo
Alba Adriatica – (di G.C.) – L’ABRUZZO ALBERGHIERO SDERENATO TIRA LE SOMME – Dire che è andata male è indorare la pillola. La verità è che la stagione balneare abruzzese, almeno per gli albergatori, è andata malissimo, con perdite di clientela fino al 60%, e una lieve ripresa solo dal 10 agosto in avanti, peraltro già in calo. Poche speranze di recuperare qualcosa nei pochi giorni che restano da oggi alla riapertura delle scuole. Gli albergatori assicurano di aver fatto di tutto: miglioramento della maggior parte delle strutture, dunque investimenti anche rilevanti, e soprattutto prezzi stracciati anche a Ferragosto.
Controllando qua e là , risulta in effetti che in alcuni esercizi ci sono stati ritocchi al ribasso, ma risulta anche che fino al 10 agosto i prezzi abruzzesi, in linea di massima, erano elevati. Come sempre sono stati elevati, stridenti al confronto con le offerte nelle Marche e soprattutto in Romagna. Comunque, la catastrofe c’è stata, e forse servirà da lezione. Almeno per chi ce la farà a restare aperto.
E’ andata meglio (sostanzialmente come nel 2012) per i gestori dei bagni, con affluenza buona, e persino l’esperimento dell’ombrellone condiviso da sconosciuti: iniziativa copiata da altre regioni, sicuramente non amatissima dalla gente, ma accettata per risparmiare.
Ma è la politica, soprattutto la Regione che si occupa di turismo (così è scritto sulle carte, anche se poi sappiamo bene come se ne occupa…), che dovrà affrontare il problema e studiarlo, utilizzando professionisti ed esperti se non ne ha. E tutto lascia supporre che non ne abbia: la storia turistica abruzzese parla.
Al disastro ha contribuito un po’ il maltempo di giugno, ma soprattutto la pessima immagine che l’Abruzzo ha conquistato a colpi di divieti di balneazione, acque marroni, allarmi, proteste di turisti, mancanza di acqua, incredibili episodi come quello di Bambinopoli ad Alba. Un parco turistico per bambini senza acqua e senza bagni non si sa perchè, nè per colpa di chi (non si saprà mai), proprio a Ferragosto. Il sindaco Tonia Piccioni farfuglia, si impegna, promette, ma il problema resta e c’è ancora. E forse davvero nasce da molto prima di lei.
Questa mattina, nella zona di Alba, grande parata di esperti, specialisti, uomini dell’acqua spediti dal Ruzzo, verificatori, severi e accigliati personaggi che cercano il virus in mare e nelle fogne. Risultato: faremo, diremo, rimedieremo, entro l’anno un nuovo grande depuratore per la costa teramana nord, per 98.000 abitanti, state sicuri che funzionerà e l’anno prossimo…
Già , l’anno prossimo. Chi sa perchè tutte queste cose così urgenti e ovvie non le hanno fatte prima, magari a primavera, prima che i rubinetti restassero a secco in mezzo Abruzzo e che il mare diventasse una specie di fogna azzurro-marrone a tratti.
Quando si dice che la politica deve metterci le mani a tagliare nodi, incapacità , inerzie, interessi, ingorghi burocratici, sbattendo fuori a calci un sacco di gente inutile e nociva, si intende subito, non l’anno prossimo. Ora un breve intervallo di fine stagione, e poi ricominciamo subito con i guai del maltempo, dei fiumi tracimanti, dei dissesti idrogeologici, delle voragini. L’orchestra dell’Abruzzo troglodita (turisicamente e socialmente) “riscalda” gli strumenti, con la sola differenza che si dovrà votare (prima o poi) per le regionali. E che di balle, promesse, polemiche, rinfacci, liti, ne sentiremo a bizzeffe. Che stomachevole effluvio di vanità rutilante e infestante.
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