Cinghiali, davvero sono un problema? C’è chi li ama e non chiede di abbatterli
L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – E SICURAMENTE HA BUONI MOTIVI PER FARLO – INTERVISTA A DINO ROSSI DEL COSPA – (Foto: in evidenza cinghiali e lattonzoli, sotto terre devastate a Ofena e a Castiglione a Casauria) - Cinghiali, sicuramente tanti e dovunque, fin sulla sabbia del mare in questa estate 2013. Si sono moltiplicati a dismisura e conquistano (la natura ha le sue leggi, che spesso l’uomo ignora o sottovaluta) territorio alla ricerca di cibo per loro e per i piccoli. Lattonzoli, se volete chiamarli così ricordando quelli del maiale domestico. E allora chi ragiona, si mette a ragionare.
CUI PRODEST? – Chi e perchè ha consentito in tanti anni (il problema è di vecchia data, anche se solo oggi tracima) una così estesa e incontrollata moltiplicazione dei cinghiali in Abruzzo? Ovvero, latinamente: cui prodest?
In altre regioni si cercano (e si trovano) rimedi e le situazioni contrarie si ribaltano, traendone vantaggi senza commettere stragi nè un’ecatombe che sarebbe solo selvaggia. In Umbria, in Toscana, e altrove, i cinghiali danno reddito, incrementano la catena alimentare, insomma c’è chi ci lavora e ci guadagna anche, a giudicare dalle inserzioni su Internet. Va bene anche per la gastronomia, perchè i prodotti spesso sono ottimi.
In Abruzzo i cinghiali sono un problema e un costo (pubblico), il che apre la porta a qualche sospetto.
AMBIENTALISTI, BRACCONIERI E… COLTIVATORI IMPROVVISATI – Chi non vuole eliminare i cinghiali facendone strame? Ovviamente, per primi, gli ambientalisti, che snocciolano i loro motivi, appoggiati dagli animalisti. Comprensibile, quanto meno coerente.
Ci sono altri che non vogliono eliminare i cinghiali? Lo chiediamo a Dino Rossi, Cospa di Ofena, che è fra l’altro uno degli agricoltori autentici a subire danni dai branchi di selvatici.
“Sì, c’è tanta gente che vuole i cinghiali”
Ci può dare qualche dritta?
“Prima di tutto i bracconieri, che ne abbattono tanti, li mangiano e soprattutto spesso li vendono”.
E’ permesso vendere cinghiali?
“Scherza? Assolutamente no, anche perchè carni clandestine sfuggono a ogni controllo sanitario”.
Andiamo avanti. Chi altro ama i cinghiali?
“Tanta gente, più di quanta ne immaginate voi giornalisti che non approfondite mai gli argomenti ma parlate solo di politica…”.
Come vede, lo stiamo approfondendo.
“Parlo in generale, mica tutti siete uguali. Tanti finti agricoltori seminano a ceci – per esempio – terreni sempre rimasti incolti, arrivano i cinghiali, rovinano tutto e i proprietari incassano i risarcimenti. Ho visto campi seminati a ceci, che non produrranno un solo cece, perchè inadatti. Ma frutteranno risarcimenti”.
Quanto può rendere?
“Sa com’è, anche 5 o 6.000 euro l’anno mica fanno male per un terreno sempre rimasto incolto, che non ha reso mai un euro. La legge dovrebbe vietare i risarcimenti a chi si improvvisa coltivatore e magari fa un altro mestiere. E la Regione dovrebbe saperlo, o no?”.
Giriamo il tutto all’assessore regionale all’agricoltura, che – ne siamo certi – non risponderà . Se sarà così, avremo la certezza che qualcosa abbiamo azzeccato, nella nostra maliziosa intervista.
Il 4 settembre a Ofena – dice Rossi chiudendo – il sindaco presiederà una riunione sul problema cinghiali. “Vedremo cosa ne verrà fuori”.
Già , vedremo. Il sospetto è: le solite chiacchiere, i soliti impegni formali e solenni. Intanto i cinghiali si faranno quattro risate. Ma forse qualcosa cambierà .
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