“Il giubileo? Giocato a testa e croce”
L’Aquila – Scrive Emidio Di Carlo – giornalista indipendente: “Testa o croce… Basilica aperta o Basilica chiusa. Perdonanza Sì, Perdonanza No. Il Sindaco dell’Aquila gioca su tutti i fronti. Non c’è pace a Collemaggio. San Pietro Celestino V (“di serie A”) esce ed il Beato celestino Jean Bassand (“di serie B”) non si sa dove sia (?!?). Insomma, il corpo di Celestino V, con tanto di faccia scientificamente rimodellata, continua nella sua storica avventura.
Per il trafugamento in vista di una Perdonanza di ieri, i ladri sono ancora ignoti; “scoperto” dalle Forze dell’Ordine a cuocersi al sole nel corso dell’eccezionale peregrinatio; spettatore del crollo del transetto nel sisma del 6 aprile 2009; costretto al trasloco forzato nella Chiesa di S. Giuseppe Artigiano perché i “cattivi” professori dell’Università dell’Aquila “ventilano” (?!?) il crollo di quanto resta della Basilica con una “possibile” scossa di 5° grado della scala Richter. Non c’è “Pace” per Celestino!
E dire che dal 1294 aveva aperto le braccia al popolo degli “infedeli”, perentoriamente in Santa Maria di Collemaggio, con tanto di Decreto-Bolla per lucrare l’indulgenza. Ma come viene ripagato? Lasciando che i pellegrini, che giungeranno sul piazzale, possano sfogliare le margherite: M’ama, non m’ama; crollerà. Sì, No; oggi chiusa, domani aperta ma sotto “un passaggio con tubi giunti e tetto spiovente, chiuso”. Tutto nella speranza che il triste evento funesto del 2 febbraio 1703 non replichi con i morti nella Chiesa di San Domenico durante l’affollata celebrazione della Candelora furono 600. Di certo, i fedeli pensano che Celestino vede e provvede.
Infatti: Braccio di Montone pagò a caro prezzo (con il pre-flagello in sogno e la successiva morte) il suo assedio agli aquilani. Anche al cardinale Armellino, nel 1520, per aver tentato di impadronirsi della Basilica di Collemaggio, non toccò migliore sorte all’apparizione di Celestino, giudicando temerario “mettersi contro un santo”. Stia attento, Cialente, Sindaco non per grazia spirituale ma per quel sistema elettorale, il “porcellum”, che tutti ora vogliono cancellare. Celestino vede e provvede.
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