Approvato uno dei decreti anti clientela
Roma – Approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 18 settembre 2009 (Dl 25 settembre 2009, n. 135) ll decreto legge di adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica. I ldecreto, all’articolo 15, disegna la nuova disciplina dell’affidamento dei servizi pubblici locali con soluzioni che sono certamente da apprezzare.
Si propone un assetto chiaro della materia e soprattutto si delinea una svolta nella gestione dei servizi pubblici da parte degli enti locali. A tutti nota l’anomalia del largo ed indiscrimanto ricorso all’in-house che ha, in genere, determinato una gestione inefficiente, costosa, ed opaca dei servizi pubblici locali. Funzionale sovente all’elusione delle norme in materia di appalti pubblici e di trasparenza del processo selettivo del personale vigenti per gli enti pubblici ed a premiare con un posto nei consigli di amministrazione delle partecipate l’esperta classe dirigente sostenuta dai politici locali.
Non è un caso che l’effetto, nel 99% dei casi, sia stato quello di legittimare gestioni più onerose di quelle affidate all’esterno tramite gara. A questo stato di cose un freno l’aveva posto l’articolo 23-bis del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, che aveva esteso (anche se non completamente) alle società affidatarie in house l’obbligo di realizzare procedure competitive ad evidenza pubblica per la selezione del personale e per l’acquisto di servizi e forniture. Il decreto relega l’affidamento in house a sistema marginale di gestione dei servizi pubblici locali. La gara, infatti, diviene la “procedura ordinaria”, mentre l’affidamento in house può essere utilizzato soltanto per situazioni eccezionali, determinate dall’inefficienza del mercato di riferimento, e comunque previo parere dell’Antitrust. Il decreto in oggetto dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro il 24 novembre.
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