Il gioco solare che avremmo potuto vedere


L’Aquila – (di MARIA GRAZIA LOPARDI, studiosa, scrittrice e ricercatrice storica) –
(Foto di Maria Grazia Lopardi dall’evidenza in basso, in sequenza) – Siccome mi sono trovata citata ripetutamente per le perplessità espresse sulla chiusura di Collemaggio alle soglie della Perdonanza celestiniana (se c’è un pericolo effettivo è emerso quantomeno al momento dei sondaggi effettuati sin da gennaio e comunque urge intervenire subito per evitare perdite irreparabili nella nostra meravigliosa basilica, se il rischio di crollo è collegato invece ad un evento futuro, incerto e imprevedibile, il grado di sicurezza in caso di scossa di almeno 5° grado non è diverso dalle Anime Sante, dal Centro storico, dai vari monumenti medievali in zone sismiche o anche poco sismiche che poi smentiscono le previsioni quando la terra trema a dispetto delle classificazioni, dalle case costruite sulle pendici del Vesuvio e così via), attraverso le foto scattate nel 2010 e 2011 mostro il gioco di luci ed ombre che si manifesta al tramonto in occasione della festività dell’Assunta che -comunque lo si gradisca classificare- avrebbe richiamato moltissime persone nella nostra città anche per il ciclo di conferenze con cui ho avuto occasione di farlo conoscere.
Il tutto ovviamente nell’interesse della città dato che la mia attività è di mero volontariato che comunque ha consentito all’Associazione PANTA REI di raccogliere e consegnare 40.000 Euro (tra cui tutti i diritti d’autore derivati dai libri che ho pubblicato) per il restauro del pavimento di Collemaggio.
A chi dovesse provare disagio per i giochi solari, consiglio il testo “Il disegno della luce nell’architettura cistercense”-ed. Certosa cultura- dell’Arc. Manuela Incerti dell’Università di Ferrara. Per Bernardo di Chiaravalle, colui che ottenne il riconoscimento dell’Ordine del Tempio con la sua lettera “De laude novae militiae” ed a cui si attribuisce la primitiva regola dei cavalieri rossocrociati- detti anche cavalieri cistercensi-, “Dio è Luce” (Sermones in Cantica Canticorum, XXVI) conformemente alle indicazioni della sacra scrittura secondo cui il Cristo è la luce del mondo (Gv.8,12), un sole che sorge (Lc.1,78) e il suo giorno è il dies solis, la domenica.
Allora la luce che entra nella costruzione sacra simboleggia il Cristo- con buona pace di chi teme “l’esoterismo”- come ricorda l’abate Sugerio di Saint Denise: “Nobile risplende l’opera ma l’opera che alta risplende deve rischiarare le menti così che vadano per luci vere al vero lume di cui Cristo è porta”.
Così il giorno dell’Assunta in cui si celebra l’assunzione del corpo spiritualizzato di Maria in cielo incoronata dal Cristo, gli straordinari costruttori di Collemaggio hanno fatto sì che al momento del tramonto la luce penetrata attraverso il rosone centrale vada a colpire il fiore a 8 petali sulla sommità del finestrone gotico: in un istante il sole tramontante perde potenza ed appare intorno al fiore il disegno del rosone, una corona di luce che sovrapponendosi alla sagoma del finestrone rende visibile -con un po’ di immaginazione- la Vergine avvolta nel suo manto, incoronata in posizione sollevata rispetto al pavimento, assunta in cielo! Un momento dopo il sole tramonta.
Se questa commovente visione che, da quando l’ho riscoperta e resa nota ha suscitato applausi e anche lacrime, richiama gente, non può che conseguirne del bene per una città che stenta a sopravvivere e che invece ha delle potenzialità straordinarie.
Colgo l’occasione per evidenziare che prima del crollo dell’arco a tutto sesto, frutto di una delle tante ricostruzioni postsismiche, la proiezione di luce dal rosone centrale veniva in parte bloccata sullo stesso, per cui l’arco andrebbe ricostruito gotico, come sarebbe logico posizionandosi tra un rosone gotico e un finestrone gotico, o almeno, se a tutto sesto, più in alto.


14 Agosto 2013

Categoria : Cronaca
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