E’ davvero valorizzazione culturale?


L’Aquila – Scrive Ugo Centi: “Questa legge (sull’albergo diffuso, sui borghi storici, n.d.r.) come altre approvate un po’ tutto lungo la Penisola è una Legge per cercare di valorizzare quello che è l’elemento essenziale che fa la differenza tra la nostra Regione come potenzialità e altre, cioè la valorizzazione del patrimonio storico. Però, io voglio segnalare ai colleghi del centro destra, ma anche un po’ ai colleghi del centro sinistra, non se ne abbia nessuno, che per aversi albergo diffuso, bisogna conservare ciò che c’è intorno all’albergo diffuso”.
Interessante la dichiarazione di voto di Maurizio Acerbo (Rifondazione Com.) al consiglio regionale del 30 luglio. L’ho letta nel resoconto pubblicato sul sito della Regione. Ed ho pensato utile riproporla qui:
Dice Acerbo: “…Se si continua con una politica di distruzione e cementificazione del territorio, portato avanti da sconsiderati sindaci che a mio parere meriterebbero di essere presi a calci dalla montagna fino alla costa e dalla costa fino alla montagna, che fanno piani regolatori per consentire di ricostruire schifezze interno a dei centri abitati che sarebbero di bellezza enorme, il cui recupero andrebbe finanziato con risorse pubbliche e non con la speculazione edilizia sulla montagna e sulla costa, i casermoni ed i resort…”
“Spesso, anche con la complicità del Consiglio Regionale, si è consentito che persino le aree vincolate dal punto di vista paesistico diventassero aree di edificazione e di espansione, perché per fare l’albergo diffuso colleghi, cosa bellissima, che condivido, noi dobbiamo conservare il territorio intorno che valorizza l’albergo diffuso, se noi invece consentiamo che si fanno nuovi strumenti urbanistici, intorno a quello che dovrebbe essere l’albergo diffuso, si fa una cinta di schifezze com’è accaduto negli ultimi venti – trent’anni in Abruzzo. Noi stiamo distruggendo una ricchezza che non ci restituirà nessuno! Lo dico perché questa è una battaglia non solo politica, ma culturale; perché chi pensa che lo sviluppo per il proprio territorio sia imitare quei territori in cui abbiamo già distrutto la nostra ricchezza storica, paesistica e naturalistica, fa un clamoroso errore…”
“C’è un bellissimo film di Pasolini, la forma della Città, in cui Pasolini mostra un centro dell’Appennino italiano, Ocre, in cui f vedere che un solo fabbricato costruito male dalla speculazione o all’ignoranza – che spesso coincidono – perché chi nella vita pensa proprio al soldo, poi coltiva poco gli altri valori… Ebbene, basta uno a volte per distruggere la forma…”


14 Agosto 2013

Categoria : Dai Lettori
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