Legali e tencici su Casa dello studente


L’Aquila – ‘Dai sopralluoghi effettuati dai nostri consulenti di parte all’interno della Casa dello studente, si e’ potuto constatare come la scala antincendio fosse non attaccata bene alla struttura’. Lo ha detto oggi l’avvocato Marino Marini, coordinatore del pool di avvocati che difendono le famiglie degli otto studenti universitari morti a seguito del sisma del 6 aprile, all’indomani della notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati di 12 persone, accusate di omicidio e disastro colposo proprio in relazione al crollo dello stabile di via XX Settembre. L’avvocato Marino ha posto poi l’accento sullo studio realizzato nel 2006 dalla societa’ ‘Abruzzo Engineering’, costato circa 6 milioni di euro ‘tenuto pero’ in un cassetto’ in cui erano state ‘fotografate’ le criticita’ dello stabile, sanabili attraverso lavori stimati in un milione e 400 mila euro. Secondo poi l’ingegnere strutturista, Alessio Anzuini, perito della parte offesa ‘nel solaio del piano terra dove adesso c’e’ il vuoto, rilevammo le tracce di due travi sottodimensionate, cioe’ di spessore troppo esile, motivo che porto’ la notte del terremoto al collasso dell’edificio’. Secondo i rappresentanti delle parti offese, tra le altre concause del crollo della Casa dello studente, la presenza di diversi pannelli solari e cisterne dell’acqua sul tetto che per questo motivo sarebbe risultato piuttosto appesantito e poi travi e pilastri della struttura portante del seminterrato che sarebbero stati trovati intrisi d’acqua: c’erano le scaglie – ha detto Anzuini – ovvero il segno che l’acqua si era infiltrata perche’ il terrazzo che sovrastava il piano non era stato impermeabilizzato e questo avrebbe indebolito la struttura’.


20 Ottobre 2009

Categoria : Cronaca
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