Ridurre i parchi, l’esempio del Sirente
L’Aquila – PARCHI PIU’ PICCOLI MA PARCHI PIU’ SERI, PERCHE’ NO? – Franco Zunino, Associazione Italiana per la Wilderness (AIW), scrive: “Sul finire del mese scorso alcune associazioni ambientaliste abruzzesi hanno diffuso un comunicato stampa di critica alla proposta di una legge regionale con la quale si vorrebbe ridurre di circa 4.000 ettari il Parco Regionale Sirente-Velino.
Detta così, come non condividere la presa di posizione?
Ma c’è un ma: gran parte della zona che si vorrebbe estromettere dal Parco non ha nulla, né lo aveva mai avuto, per essere istituita in Parco! Vi fu inserita per la solita mania ambientalista italiana di costituire in Parco più territorio possibile, a prescindere dal valore dei territori protetti: l’importante è fare Parchi ovunque, fossero anche località zeppe di case, e paesi quando non autostrade. Intanto l’unico vincolo veramente intoccabile resta uno: il divieto di caccia! Tutto il resto è sempre consentito (con l’unico sacrificio – vessatorio per i cittadini locali – di dover avanzare richieste per ogni pur modesto intervento, magari in carta da bollo): i Parchi trovano comunque sempre un modo per dire SI ad ogni iniziativa di sviluppo urbanistico, salvo mandare gente in Pretura per ogni sciocchezza che non sia stata da loro autorizzata (spesso si tratta infatti solo di una questione di arrogante potere). Solo sulla caccia si è tutti uniti nel dire NO e, proprio per questo, la grande maggioranza dei Parchi italiani altro non sono che semplici Oasi faunistiche ed apparati mangia soldi, e poltronifici per politici trombati o per amici dei politici. Lasciamo fuori dai Parchi le cosiddette “zone D”, assoggettandole solo ai vincoli urbanistici comunali!
Ecco, l’AIW in questo caso del Sirente-Velino non si schiera per il NO alla riduzione dell’estensione del Parco (uno dei tanti mega-parchi del centro e sud Italia i quali, praticamente TUTTI, dovrebbero essere ridotti di almeno il 30% ed anche più dei loro territori), ma, da quella posizione ragionevole che la contraddistingue (anche se alcuni la chiamano follia!), è per un SI alla riduzione per quanto riguarda tutte le zone urbanizzate e loro vicinanze ricadenti nei limiti della proposta (vi sono compresi ben tre paesi, strade asfaltate, impianti e piste da sci e tutta una serie di altre opere urbanistiche); con la contropartita di istituire (o lasciare nel Parco) alcune piccole Riserve Naturali (magari Integrali) là dove la presenza di specie di flora rare e/o endemiche meritano di essere tutelate. Non è uno scandalo: è saggezza legislativa!
Se l’Italia è una nazione unita da oltre cento cinquant’anni, non si capisce per quale ragione i Parchi Nazionali del Nord siano TUTTI di modesta o comunque ragionevole estensione, mentre al Sud sono tutti mega-Parchi che se fossero seri e, soprattutto, se fossero aree di vero ambiente naturale, meriterebbero il posto nelle classifiche internazionali in cui appaiono; che invece occupano, ma con il trucco: quello di assimilarsi a tanti famosi e meritevoli Parchi americani o africani (ma anche europei)! Un trucco tipicamente italiano, un Paese dove spesso il nome delle cose o dei fatti vale più della sostanza, e dove con il cambiamento dei nomi si risolvono i problemi.
Non resta che augurarci che questa riduzione del Parco Sirente-Velino vada in porto, se non altro come esempio di una via mai percorsa dai nostri legislatori, volti solo ad istituire aree protette, mai ad abrogarle o a ridurle in estensione (cosa che avviene regolarmente in altri Paesi), quando facendolo è spesso l’unico modo serio per risolvere problemi incancrenitosi col tempo proprio a causa del fatto che nei Parchi italiani sono state inserite troppe aree che non lo meritavano, soprattutto quando bastavano vincoli paesaggistici: correggere gli errori è solo segno di saggezza e di civiltà, non di corruzione come si cerca di far credere. Parchi più piccoli, ma Parchi più seri!”.
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