Tra fuoco e rubinetti a secco, Abruzzo turisticamente all’età della pietra
Silvi – L’AREA URBANA SENZ’ACQUA, I TURISTI ESASPERATI SE NE VANNO – L’ARCO INCOLPA LA REGIONE –
PARTIAMO DAL FUOCO - L’Abruzzo di Ferragosto? Sotto il profilo del fuoco, presenta l’aspetto di sempre. Secondo la Protezione civile, tra i tanti incendi scoppiati qua e là , il più grave è risultato quello nei pressi di Tornareccio, ieri, che ha richiesto l’impiego di due Canadair. Sono i temporali, numerosi lungo l’Appennino, a dare una mano decisiva: estinguono fuoco e focolai residui, e lasciano il terreno ben bagnato.
ED ORA L’ACQUA - Più grave la situazione relativa all’acqua, che manca come sempre proprio nei periodi in cui occorrerebbe di più: i turisti, anche se non sono molti, ci sono, e parecchi se ne stanno andando esasperati. A Silvi infatti i rubinetti erogano acqua a singhiozzo. Puoi averla, magari anche poca, ma puoi anche non averla, specie nella parte alta del paese. Molte case non hanno serbatoi (e questa è una colpa di inquilini e costruttori: dovrebbero essere obbligatori) e l’acqua che arriva non basta a soddisfare le esigenze al consumo diretto. Il sindaco è su tutte le furie. Ieri ha protestato, come abbiamo riferito, sotto la prefettura a Teramo. Risposta: impegno massimo. Ma certo nessuno può premere un pulsante e far tornare l’acqua, come d’incanto. Il sindaco Vallescura è deciso a farla pagare a qualcuno, ma a chi? Vuole lasciare il gestore ACA e servirsi del Ruzzo, ma non può farlo certo in poche ore.
Tradotto, ecco un Ferragosto di rabbia e di esasperazione dei turisti, degli albergatori, dei gestori di bar, pub, pizzerie, pensioni e ristoranti: A che serve un bel mare con tanto di baniera blu, se quando torni a casa dalla spiaggia non puoi farti neppure una doccia?
L’Abruzzo del turismo troglodita sopravvive, anzi peggiora. Chi sa cosa ci verranno a raccontare alle prossime elezioni? Forse che saranno riparate le reti idriche ovunque forate, colabrodo perenni che disperdono anche quella poca acqua che arriva. Nella regione delle montagne, delle sorgenti, delle cascate e delle acque è davvero un tragico colmo di inettitudine. Chi, come il vostro cronista, conosce bene Rimini e la Romagna (3 milioni di arrivi turistici anche quest’anno) può garantire che mai in trent’anni l’acqua è mancata ad un solo rubinetto privato o stradale. Bevono il fiume Marecchia depurato alla perfezione. Da sempre e ovunque. Un altro mondo, davvero.
ARCO INCOLPA LA REGIONE - “La carenza di acqua potabile drammaticamente denunciata in queste ore dal sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura, alla prefettura di Teramo e’ responsabilita’ della Regione Abruzzo in quanto non ha esercitato le sue funzioni di rappresentante della comunita’ abruzzese presso i Ministeri competenti”. Lo sostiene Franco De Angelis, presidente di Arco Consumatori Abruzzo. “Una nuova condotta idrica adeguata, un’opera strategica – il cui primo lotto gia’ finanziato e completato, che dovrebbe portare l’acqua (con il secondo lotto gia’ cantierabile) dal potabilizzatore di Collevecchio di Montorio alla costa in prossimita’ di Giulianova – non viene rivendicata come prioritaria nella Conferenza Stato-Regioni dal presidente della giunta regionale abruzzese Gianni Chiodi. Tale opera consentirebbe di garantire l’acqua potabile su tutta la costa teramana e la possibilita’ di aumentare significativamente l’attuale portata di 250 litri al secondo con cui la Ruzzo Reti spa rifornisce il gestore Aca di Pescara. Tale erogazione, che per ragioni strutturali non puo’ essere garantita nei mesi in cui anche la costa teramana soffre di carenza idrica, con il potenziamento della condotta potrebbe garantire un significativo aumento che risolverebbe, in primis, la carenza idrica a Silvi e parzialmente anche il resto della costa pescarese. Appare del tutto evidente la non volonta’ da parte del presidente Chiodi di risolvere tale problema”, aggiunge De Angelis. “La nostra associazione – ricorda infine il presidente di Arco Consumatori Abruzzo – da anni segue la vicenda come dimostrano i ripetuti incontri con i vertici del Ministero delle Infrastrutture. Incontri nel corso dei quali e’ stato evidenziato il fatto che, essendo la procedura tecnica di missione completa, e’ mancata solo la volonta’ politica di Chiodi nel definire tale opera strategica e quindi accedere al finanziamento statale”.
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