Radon, il problema è solo capirsi?
L’Aquila – (di G.Col.) – (Immagini: un atomo di Radon schematizzato, un rivelatore di Radon usato da Giuliani, un picco di Radon in una rilevazione straniera e lo schema del sottosuolo) – I dati dell’Università , divulgati mediante alcuni mass media, dicono che nell’aprile 2009 il Radon non era aumentato nell’area aquilana. Anzi, era di meno rispetto ad un anno prima. Dati ricavati da strumenti sulla superficie del suolo. Gli strumenti di Giuliani lavorano a 3 metri di profondità nel sottosuolo. E’ evidente a chiunque che le rilevazioni potrebbero dare risultati differenti.
Il Radon (poi vedremo cos’è) è osservato come possibile precursore sismico (previsione dei terremoti, in sostanza) non solo da Giuliani, bensì anche da gruppi scientifici di ricerca in Giappone, California, Cina, Russia, Portogallo e di recente anche a Taiwan. L’argomento è dunque in piedi, anche se risultati certi e condivisi non ne esistono.
La scienza ufficiale continua, dunque, ad affermare che i terremoti sono imprevedibili (tutt’al più predicibili approssimativamente in alcune zone, ma senza indicazione di date precise), chiudendo la porta anche ad altri fenomeni che per alcuni vanno studiati come precursori. Inclusi i lampi sismici, che sicuramente esistono ma coincidono o quasi con le scosse. Ve ne furono anche a L’Aquila nell’aprile 2009.
Giuliani è assolutamente convinto che l’aumento del Radon (rilevato da lui a L’Aquila e in occasione di altri terremoti) indica l’imminenza di un evento sismico.
In più, indica (o almeno lo fece in alcune interviste) come possibili elementi di attenzione le maree lunari e solari, e l’aumento di gravità dovuto a pianeti allineati. Elementi che ricordano gli studi di Bendandi, anche quelli bocciati dalla scienza ufficiale.
La scienza dice che le emissioni di Radon possono cambiare anche grazie al vento, alla temperatura, all’umidità atmosferica, ad attività vulcaniche. Niente impedisce che le emissioni di gas radioattivo dipendano anche dalla natura delle faglie sismiche, dal loro movimento, da fratturazioni nel sottosuolo. Dunque anche per questo non sarebbero attendibili come precursori sismici. Ogni sottosuolo, infatti, può essere molto diverso dall’altro.
Infine, il Radon. Rn86 in chimica, elemento radioattivo derivante dal decadimento di Uranio e Radio. Gas nobile, non reagisce con altri elementi, è pesante e si deposita al suolo fino a 10 centimetri di altezza. Decadendo rapidamente dà luogo a Piombo e Bismuto.
Nel 2002 fummo i primi a intervistare Giampaolo Giuliani sul settimanale aquilano L’Opinione2001. I suoi studi sul Radon erano agli inizi. Oggi lo studioso aquilano non ha ancora vinto la sua battaglia, ma di sicuro è diventato celebre in mezzo mondo. La polemica di questi giorni ribadisce che Giuliani, comunque e dovunque, infastidisce chi non ama contraddittori e confronti magari un po’ più aperti ad ascoltare tutte le opinioni e le ragioni motivate. Un atteggiamento intransigente che non giova alla ricerca della verità . Soprattutto quella che potrebbe risultare scomoda per poteri consolidati e posizioni remunerate e autorevoli. Ma, forse, non infallibili.
Per chi vuol sapere dov’è il Radon, la risposta è semplice: più o meno ovunque nel sottosuolo, in tutto il mondo, in alcune zone (Viterbo e dintorni) molto più abbondante. Nell’Aquilano è abbondante nella zona di Ruella di Tornimparte, ma anche altrove.
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