Vai avanti Patrizia, forza e coraggio


Roseto – Scrive Ugo Centi: “In estate, dal 2009 in poi, Pio Rapagnà aggiunge al suo rapporto con L’Aquila, che per tutto l’anno si esplicita nel tentare di ottenere la salvaguardia/ricostruzione delle case popolari terremotate, una serata della “sua” Festa Popolare. In particolare, cerca di tessere un rapporto con l’aspetto culturale del capoluogo abruzzese.
Nelle scorse edizioni venne a Roseto Carlo Marchi con i suoi racconti. Quest’anno ha invitato Patrizia Tocci, insegnante e scrittrice, nonché autrice dei “Gigli della memoria”, un libro a più voci che narra le “prime 12 ore della nuova vita, ovvero quelle drammatiche vissute subito dopo il sisma, da 55 testimoni diretti”.
Ieri sera all’Arena Quattro Palme, gli spalti erano abbondantemente pieni per ascoltare queste “storie”; questo libro nato attorno “al desiderio di raccontare e testimoniare per se e per gli altri; di dare voce ad una comunità dispersa che ha il desiderio di ritrovarsi”, come ha detto la scrittrice dei “gigli”, da lei intesi non solo come fiori, ma come ornamento di ferro battuto di molte case aquilane; di quella che chiama ancora “una comunità d’intenti sospesa”. Un libro presentato con profonda partecipazione civile da un altro rosetano che L’Aquila ha nel cuore e nella penna: Umberto Braccili, giornalista che a L’Aquila è di casa ed anche lui autore di un bel libro sui ragazzi-studenti fuori sede periti sotto le macerie.
Ieri sera ho assistito alla manifestazione. E non ho potuto fare a meno di dedicare “Il laccio d’amore”, bellissimo spettacolo di Penna S.Andrea che Pio, Giovanna e Annalisa, hanno fatto seguire alla presentazione del racconto a più voci di Patrizia e le altre; non ho potuto esimermi, dicevo, dal dedicare questo “Laccio d’amore” a Patrizia e le “testimoni (quasi tutte donne) che l’hanno accompagnata in questa ricerca non solo letteraria, ma dell’anima. L’ho dedicato a lei che ci crede nella ricostruzione aquilana, con una speranza che io non nutro: non ho mai nutrito fin dalle prime ore dopo il sisma.
Si, lo dico senza giri di parole: io alla ricostruzione aquilana non ci credo. O meglio: è chiaro che prima o poi, magari per inerzia, ci sarà. Ma in ogni caso non sarà quella la “mia città”. Non lo sarà mai più. è una convinzione profonda e personale questa mia idea. Ora sarebbe troppo lungo dire perché e per come, e come “è”, “sta” e “sarà” la ricostruzione. Anche perché uscirei fuori dai fogli se dicessi come stanno davvero le cose. Ammiro però tutti quelli come Patrizia, che ci credono davvero. E formulo loro un grande incero augurio: forza e coraggio, vai avanti Patrizia!”.


10 Agosto 2013

Categoria : Cultura
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.