Grande Pescara? Mancano dei pezzi
Pescara – (di Stefano Leone) – MONTESILVANO E SPOLTORE? SECONDO CORNELI IL PROGETTO PREVEDA ANCHE FRANCAVILLA E SAN GIOVANNI TEATINO – Grande Pescara: è il tema che, rispuntato in sordina, sta sempre più prendendo spazio. Bisogna però vedere quanto durerà questo ennesimo dibattito.
L’argomento, aiutato dall’organizzazione di serate estive da riempire non solo con la movida, va allargando la sua eco coinvolgendo sempre maggior numero di voci a sostegno o contro il progetto. Sull’argomento, entra anche Florio Corneli (foto). Consigliere comunale del PD che, sollecitato da una riflessione postagli da Tommaso Di Biese, suo amico personale, esprime le sue considerazioni.
- Corneli, come ogni progetto ci saranno pro e contro
“ Non mi voglio soffermare troppo sui pregi, tantissimi, e difetti, forse altrettanti, ma è uno spunto utile per aprire una riflessione su una ricomposizione del territorio”.
- E, dunque, la riflessione da quale punto parte?
“Dal fatto che il territorio, fin dagli anni ’30, e a seguire nel tempo, si è molto modificato. Sicuramente pensare ad un’aggregazione che non tenga conto di altri comuni, due in primis, Francavilla e San Giovanni Teatino, sarebbe un’aggregazione monca e forse nemmeno articolata bene.
- Obiettivamente sono due località che gravitano molto su Pescara
“Allora il dilemma diventa: partire così o rinviare tutto dando per certo che ci si voglia avviare verso una ricomposizione del territorio? Personalmente ritengo che un progetto c’è e su questo progetto si cominci a riflettere ed ad adoperarsi. Nello stesso tempo, in parallelo e non in contrasto, si apra un altro cantiere che possa allargare la competenza territoriale almeno anche ai due comuni limitrofi ricordandoci che per la ricomposizione dei territori di comunità della stessa provincia la competenza è della Regione per comunità appartenenti a provincie diverse la competenza è nazionale”.
- E qui le cose si complicano molto. Non fosse altro per i tempi di attuazione.
“Sulla bontà dell’iniziativa, a questo punto, si dia la parola ai cittadini che potranno e dovranno pronunciarsi sull’aggregazione di ogni singolo comune agli altri due”.
- Lei crede non ci saranno rigurgidi di campanilismo? Ne abbiamo avuto un esempio quando furono proposti gli accorpamenti delle province.
“Non c’è da meravigliarsi se questo accadesse. D’altronde, il senso di appartenenza è innato nell’essere umano e, la socializzazione in un territorio è un processo lungo e difficile. Sta a chi deve attuare i progetti parlare chiaro su prospettive e lati negativi. Ed è proprio su questi ultimi che bisognerà lavorare molto per carpirne eventuali spiragli di positività”.
- Lei per quale delle opzioni voterebbe?
“Evidentemente io saprei per quale opzione votare, ma forse questa è la cosa meno interessante”.
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