Soldi a cultura… che non sia Accademia
L’Aquila – Da Luca Fusari riceviamo: “Egr. Direttore, seguo sempre con interesse il suo giornale e gli articoli in esso rappresentati. Sono confortato nel vedere la sua benevola ostinazione a testimoniare l’assurdità , resa ancora più evidente da una certa qual indifferenza, della sempre più possibile perdita di un centro culturale, quale l’Accademia dell’immagine, che esprime competenze tecniche, artistiche e professionali di alta specializzazione nell’ambito del cinema e della comunicazione audiovisiva.
Qualora fossero acclarati comportamenti scorretti nella sua gestione non si può, per questo, far pagare un’intera città con la scomparsa, in un momento cruciale per il capoluogo e i suoi abitanti, di un centro che aiuta con la sua opera e funzione a immaginare e sperare. Nella nostra città l’immaginazione e la speranza sono i reali motori che favoriscono il nostro agire e perseverare.
Può comprendere, quindi, come io da semplice cittadino non capisca le parole del Presidente Chiodi che con irreprensibile atteggiamento dichiara di non volersi impegnare per il salvataggio dell’Accademia. Costa troppo e non vuol far pesare sulle spalle dei cittadini i costi per la sopravvivenza dell’ente culturale. Un atteggiamento meramente ragionieristico e che non tiene conto della situazione sociale delle persone e delle persone di questa città . Ma tant’è, è lui il Presidente ed è lui che decide, anche per questa città .
Per altre città ed enti culturali, però, il pensiero trova forma ed espressione diversa. Quella del contributo.
Così si dispone un contributo di € 60.000,00 per la Fondazione Michetti di Francavilla al Mare, si prevede un contributo straordinario di € 30.000,00 finalizzato al sostegno e alla diffusione del premio letterario “Città di Penne-Mosca”, un altro contributo di € 70,000,00 è elargito al teatro Lanciavicchio di Avezzano e sempre al Comune di Avezzano si danno danno 10.000 Euro per celebrare il centenario del terremoto della Marsica ?!?
Va bene aiutare la cultura, io non sono contrario e mi fa piacere ma l’irreprensibilità qui dov’è?
Che fare?
“..poi vengono i cafoni e si può dire ch’è finito”.
Grazie e buon lavoro”.
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