La Regione si sveglia e tuona per i depuratori e le acque (sempre più spesso color marrone)
L’Aquila – COSA PARTORISCE PAPA’ EMICICILO? NIENTE MENO CHE UNA RISOLUZIONE – CI VORRA’ TANTO TEMPO E INTANTO SI ARRIVERA’ ALLE ELEZIONI – SPINA E PRIMANTE SULLA GESTIONE DELL’ACQUA – LA BOUTADE DELL’ULTIMO DIVIETO DI BALNEAZIONE – (di G.Col.) – La Regione non è un fulmine di guerre e arriva sempre quando le porte sono state scardinate e le vacche sono tutte fuggite. Spesso si sveglia di soprassalto sui problemi, ma solo dopo che si sono aggravati che, addirittura, hanno “colpito” l’importante area balneare di Pescara-Francavilla. Dove il mare è diventato color marrone e la gente è fuggita dal bagno che stava prendendo contro la calura. Finchè si tratta della piccola e lontana Alba Adriatica, che vuoi che sia… ma Pescara no! Non si tocca.
L’enorme problema dei depuratori che non depurano niente, ma risucchiano decine di milioni e danno prebende e carriere, degli scarichi in mare, dei fiumi che trasportano feci e immondizia fin sulle spiagge, dalle quali i pochi turisti fuggono, è datato. se ne sente parlare da decenni. Ma ora che la marea marrone ha toccato Pescara, i politici corrono ai ripari, anche perchè temono che vengano presentati loro faide e conti elettorali. Pesanti. Incombenti.
Dunque, ecco oggi in aula l’assemblea abruzzese in seduta straordinaria, con calura e affanni. A L’Aquila quasi 38 gradi a mezzogiorno: da boccheggiare. Ma loro sono lì impavidi, i più persino ferocemente incravattati, nell’aria condizionatissima dell’Emiciclo. Papà Emicicilo che ne sente tante…
Istituire una Commissione di inchiesta sullo stato delle depurazione e qualità delle acque in Abruzzo. E quanto contenuto nella risoluzione approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale dell’Abruzzo. Il provvedimento impegna il Presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, a istituire una apposita Commissione (della durata di tre mesi) che dovrà avviare un censimento di tutti i depuratori presenti sul territorio regionale; verificare la congruenza delle spese sostenute per l’adeguamento, il completamento e il potenziamento dei depuratori, degli acquedotti e delle fognature; quantificare gli introiti, dettagliatamente indicati in bollettazione, incassati dai soggetti gestori del Servizio Idrico Integrato e destinati alla realizzazione di interventi sui depuratori, sulle reti idriche e sulle reti fognarie e, infine, verificare, in ragione della crescita esponenziale della spesa sostenuta, se le assunzioni di personale amministrativo in carico ai soggetti gestori, nel corso degli anni, sono avvenute nel rispetto della legislazione nazionale e regionale vigente in materia. Nella risoluzione approvata dal Consiglio regionale si chiede che la relazione finale venga inviata alla Procura della Corte dei Conti. Non è stata approvata la risoluzione presentata dal Consigliere regionale Maurizio Acerbo sulla situazione dei fiumi abruzzesi.
Messa la coscienza a posto ora la Regione potrà tornare in catalessi. Occorreranno mesi, “tavoli” a non finire, accertamenti, inchieste, consulenze e intanto si andrà a votare per le regionali. Ma soprattutto, nel frattempo sarà finita la stagione balneare, quella durante la quale i rompicoglioni (siano giornalisti, ambientalisti o qualche politico fuori dal coro) tornano a guastare la quiete della “controra” dei politici.
I SINDACALISTI Donatino Primante e Maurizio Spina a proposito dell’acqua scrivono: “La gestione dell’acqua: un problema infinito che l’Abruzzo non ha il coraggio di affrontare. La CISL Abruzzo, insieme alla FEMCA Regionale, hanno più volte lanciato un forte allarme sulle drammatiche condizioni del Servizio Idrico Integrato. “Abbiamo richiesto un immediato cambiamento, ma, ad oggi, siamo stati inascoltati,- dichiarano i due Segretari della CISL e della FEMCA AbruzzoMolise, Maurizio Spina e Donatino Primante, infatti la situazione delle Ato e delle Società di Gestione diventa ogni giorno più ingovernabile”. Un’analisi evidenziata più volte anche dallo stesso Commissario, Ing. Pierluigi Caputi..
“In questi mesi la situazione si è aggravata ulteriormente: si rischia di arrivare all’oggettivo collasso del Servizio Idrico Integrato, denunciano la CISL e la FEMCA CISL Abruzzo, anche a causa del “silenzio” della classe politica tutta, da destra e da sinistra, compreso i comuni, nonostante quest’ultimi abbiano un potere di gestione. La Regione Abruzzo, di fronte a questo dissesto di un servizio pubblico essenziale, non può rimare a guardare ma deve delineare gli indirizzi della riforma superando i localismi e lasciando ai comuni solo il potere di controllo e non gestionale delle Società”.
I due Segretari chiedono alla Regione Abruzzo che venga costituita un’unica società pubblica, che faccia proprie le buone pratiche presenti, che sia radicata sul territorio, gestita con efficienza ed economicità, con l’individuazione di manager all’altezza della gestione industriale del servizio e legato ai risultati, al fine di dimostrare, che il servizio pubblico può essere un’opportunità per la collettività.
“La gestione dell’acqua rimane un esempio emblematico di un vecchio modo di gestire la cosa pubblica: è ora di dire basta ai clientelismi attraverso le assunzioni e l’esternalizzazione dei servizi, – continuano Spina e Primante”.
La recente sentenza emessa sul CAM di Avezzano, obbliga i Comuni ad iscrivere a bilancio le perdite della Società di gestione. In questo modo i bilanci comunali rischiano il dissesto finanziario. I cittadini si troveranno di fronte ad un doppio aumento delle tariffe: quelle comunali, per risanare i bilanci dell’Ente, e quelle dell’acqua per risanare le Società. Una prospettiva assolutamente inaccettabile anche alla luce dell’ inserimento in bilancio del patrimonio infrastrutturale e delle reti, che la Legge non riconosce alle Società di Gestione. Le stesse vicende ACA, con l’intervento della Magistratura, confermano l’eccessiva presenza della politica nella gestione, che deve essere assolutamente rimossa.
“Il tempo delle riflessioni e dei ripensamenti è finito bisogna muoversi prima che a rimetterci siano sempre gli stessi, lavoratori e cittadini, e che si arrivi alla privatizzazione dell’acqua a causa di un’”allegra” gestione di un bene pubblico. La Regione Abruzzo deve convocare, al più presto, un Consiglio straordinario sul Servizio Idrico Integrato e deve assumere le decisioni necessarie di riforma del servizio, concludono Maurizio Spina della CISL Abruzzo e Donatino Primante della FEMCA AbruzzoMolise”.
LA BOUTADE DEI DIVIETI DI BALNEAZIONE – L’Abruzzo sa diventare persino ridicolo, oltre che patetico. Francavilla ha vietato la balneazione, Pescara no. In acqua c’è in ideale confine per virus, batteri e residui fecali. Ma i divieti sono arrivati tardi, e si è scelto il consiglio: “Vi consigliamo di non bagnarvi”. Siamo alla farsa più totale e sfrontata. La gente è stanca, arrabbiata, sconcertata dall’improntitudine di certi provvedimenti. Uno potrebbe infettarsi mettendo un piede nell’acqua di Francavilla, e non rischiare nulla mettendo l’altro piede in quella confinante di Pescara? Almeno le autorità abbiano la dignità di evitare il ridicolo, assumendosi delle responsabilità…
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