Ruggeri, Riga e i cani… a digiuno
L’Aquila – (Foto: animali affamati, soli e anche assetati con la calura) – Scrive Corrado Ruggeri (L’Aquila città aperta): “Ritorno con grande preoccupazione sulla strampalata, sciagurata ed illegittima ordinanza firmata dal Vice Sindaco Riga relativa al divieto a tutti i cittadini di dare da mangiare e bere ai cosiddetti cani di quartiere, che altro non sono che cani randagi che sopravvivono grazie alla sensibilità degli abitanti di questa città.
Mentre in una Italia, nonostante i gravi problemi che l’attanagliano, nei giorni scorso si è dato segno di grande civiltà e cultura con l’approvazione del disegno di legge sulla protezione degli animali utilizzati per scopi scientifici, nella nostra città, candidata a Capitale Europea della cultura, si è varata una ordinanza illegittima e spregevole come quella che vieta al cittadino di dare da mangiare e bere ai cani randagi.
Aldilà della totale insensibilità ed al non rispetto del regolamento varato dal Consiglio Comunale (Regolamento a tutela degli animali) dimostrate da Riga, ci sono purtroppo persone che spaventate dalle “minacce” di severe sanzioni pecuniarie, loro malgrado, in questi ultimi giorni hanno a malincuore rinunciato a sfamare e dissetare le povere bestiole.
Con la presente invito i miei concittadini a rispettare il regolamento in essere, ad ignorare completamente una illegittima ordinanza, ed a continuare ad alimentare e dissetare i migliori amici dell’uomo.
Ci spieghi l’assessore, come sopravvivono i randagi che sono nel vasto territorio Aquilano, poiché con la sua ordinanza (illegittima) i cani di quartiere del Castello seguitano oggi a mangiare e bere (a suo dire con le associazioni che hanno aderito all’iniziativa), mentre tutti gli altri dovrebbero vivere di santità! Oppure oggi quelle associazioni provvedono a tutti gli altri cani: da Cansatessa a Monticchio, da Assergi a Sassa, da Roio ad Arischia ed all’intero Comune? O vuole risolvere il problema facendoli morire di fame e di sete visto che la legge (quella si legittima!) vieta qualsiasi forma di eliminazione fisica?
Se Riga, invece, voleva far fare a L’Aquila un passo indietro come civiltà ci è riuscito in pieno.
Seguitino gli Aquilani a seguire i loro pieni e legittimi diritti che comprendono anche quello di provvedere ad alimentare i randagi.
Ricordo infine al Vice Sindaco Riga che se vuole svolgere la carica di assessore al ramo, lo faccia con programmi e progetti seri come quelli della sterilizzazione, delle adozioni e della divulgazione del rispetto verso queste problematiche, non ascoltando uno o due cittadini che per un verso o l’altro hanno problemi con i cani. Fermo restando tale situazione, temo che ci si dovrà preoccupare di dover smaltire le carcasse dei nostri amici a quattro zampe, inesorabilmente “condannati a morte” da un provvedimento inconcepibile”.
(Ndr) – Quando eravamo poveri, ma forse più ricchi di senso comune e anche di civiltà, il Comune dell’Aquila dava da mangiare ogni sera ai piccioni di Piazza Duomo. Oggi si emettono provvedimenti sgraditi per chi ama gli animali, invece di concepire un sistema per dar loro da mangiare in modo pulito e civile, e anche da bere, visto che non esistono più fontane con vaschetta. Chi sa se in Comune si domandano mai: dove potranno bere un sorso d’acqua, con questa calura, cani e gatti, ma anche uccelli e altri animali che sono comunque nostri compagni di esistenza? Cerchiamo una soluzione più intelligente a questo problema, invece di impuntarci su scartoffie e ordinanze.
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