La diabolica ossessione, appunti e disappunti di un ragazzo che amava il cinema (2)


CONTINUIAMO A PUBBLICARE GLI “APPUNTI E DISAPPUNTI” DI LUCCI, con mille ricordi, curiosità, momenti di quando L’Aquila era e voleva orgogliosamente diventare la Città del Cinema. E grazie a Lucci e ai suoi pochi amici e collaboratori, quasi si riusciva! Oggi è la città in cui si vuole chiudere l’Accademia dell’Immagine.
Ringraziamo coloro che ci hanno inviato articoli, commenti e adesioni agli scritti di Lucci. Ci auguriamo che altri si aggiungano. Ovviamente, non è necessario essere allineati e coperti: ognuno esprima ciò che pensa e sente. Ma esprima qualcosa, altrimenti il mutismo opaco e rassegnato sarà – come spesso – la fisionomia di una città vocata alla resa.

L’Aquila – (di GABRIELE LUCCI) – (Foto: Lucci con il regista Moretti) – La salute e’ malferma. Meglio prendere confidenza con la morte. Ma per favore! Sai , Bergman, quello del settimo sigillo, dopo essere stato anestesizzato per un’operazione si convinse che venire ingoiati dal grande nulla non e’ poi cosi’ terribile. Basta. Di prima mattina porta male pensare queste cose. E’ che il terremoto s’e’ risolto in una sorta di allenamento alla morte. Le cose non ci sono piu’ e noi, i sopravvissuti, siamo rimasti. Piu’ in la’ nel tempo sara’ il contrario, ma poco cambia agli occhi dell’ immutabile ed eterno mistero della vita. A proposito di Bergman.
Lui e Truffaut erano tra i piu’ gettonati nei cineclub degli anni 70 . Io e i miei amici non sapevamo come predisporci a un suicidio collettivo, cosi’ ci parti’ l’idea di mettere su il primo cineclub in Abruzzo. Tre proiezioni al giorno per quattro anni fa una bella moltiplicazione di guai. Le sale cinematografiche ci fecero la guerra. Presero le nostre difese Pannella, Dacia Maraini e tanti altri. Vincemmo ma la nostra strada era segnata. La cosidetta miglioria della morte si manifesto’ con la scelta di un ciclo di film intitolato Erotica underground. Facemmo il pieno con il dopolavoro di tanti impiegati. Illusione pruriginosa. Il colpo di grazia arrivo’ con la prima e piu’ completa rassegna sul nuovo cinema tedesco. The end. L’ unica cosa che ricordo volentieri: arriva la mia ragazza con i genitori per assistere a una proiezione. Il cuore mi batte a mille. Sono un po’ emozionato, non capisco piu’ niente. In sala solo loro e io, dietro i vetri della cabina di proiezione, carico il film. Ogni tanto getto lo sguardo su quei pochi spettatori mentre la pellicola gira allegramente. Anche la famigliola dell’amata si agita e ride. Come non potrebbe, sto proiettando Scusi dov’e’ il fronte? di e con Jerry Lewis!
All’ uscita raccolgo le impressioni. Io alla mia Giulietta: sono contento vi siate divertiti! Giulietta a Romeo: certo, un’esperienza straodinaria vedere prima il secondo tempo e poi il primo! Pregiudicata cosi’ ogni possibilita’ di matrimonio. E vai!…Gioventu’, amore e rabbia. Anni ripresi in primo piano dalla vita. Lo scenario di fondo conta poco. Cerchi continuamente la bocca e lo sguardo di chi ami. Non so perche’ ma questo mi fa pensare a un mio vecchio amico che non c’e’ piu’, il notaio Domenico Trecco. Voleva cenare quasi tutte le sere con me e mi portava sempre nei posti piu’ affollati di ragazzi con un tale casino che era persino difficile farsi capire al cameriere. Scivolare nei ricordi era facile e io lo stuzzicavo. Lui un po’ s’incupiva e allora io: si stava meglio prima eh?
Risposta illuminante: ma no Gabriele, i tempi sono sempre gli stessi, e’ semplicemente che alla mia eta’ non si scopa piu’! Mi sto rendendo conto che quando scrivo penso solo ai ragazzi. Si, scrivo per voi. Pertanto non fate scherzi e non svanite ai miei occhi. Che abbiate 15, 20, 25 o piu’ anni poco importa. Complicita’. Andare all’essenza delle cose senza indugiare, senza inseguire inutili perfezionismi. Forse e’ per questo che non ho mai molto amato Visconti e la sua maniacalita’. Veloci, veloci, un solo ciak e via. Quasi a cercare subito di finire per ricominciare, all’infinito. Non troveremo mai il filo rosso della vita? Tolstoj nelle sue confessioni, dopo aver scartato tante ipotesi, ci dice che il comune denominatore risiede nella continua ricerca dell’ uomo di migliorare la propria esistenza. Sara’, ma se lo fa a danno dei suoi simili?
E allora come la mettiamo con Lacan che ci ricorda come gli uomini sono capaci di tali nefandezze che anche gli animali piu’ feroci retrocedono inorriditi? Io sono pieno di dubbi. Perche’ spesso e’ vero tutto e il contrario di tutto. Insomma e’ difficile essere manichei. La divisione tra unti e untori e’ piu’ facile per i giornalisti. Seguono le loro tesi e non possono depistare improvvisamente i propri lettori. Ma non bisogna volergliene perche’ lo spazio e’ ristretto e non possono lasciarsi andare a scandagli dell’ anima con dialettiche scespiriane. Molti ragazzi, sopratutto dopo il terremoto, vogliono incontrarmi per avere consigli: vorrei far l’ attore, scrivere, dirigere… Come devo agire? Ma, esaurita qualche raccomandazione pratica di rito, come posso dare io indicazioni? Io ho sbagliato quasi tutto nella vita. Purtroppo, pero’, e’ quel quasi che mi frega. Perche’, se non altro per omaggio alla statistica, tutti hanno fatto almeno una cosa giusta nella vita. E allora? Ma si un unico consiglio. Uomo o donna, ricco o povero, felice o infelice, qualunque cosa tu stia facendo falla subito e vai oltre. Se e’ una cosa buona , una volta realizzata sarai subito pronto per una nuova avventura. Se ti e’ andata male prima te la metti alle spalle e meglio e’ per ritentare. Avete tutti cosi’ poco tempo! Dunque correte ragazzi. Correte e basta.


03 Agosto 2013

Categoria : Cronaca
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