Riapertura sito archeologico Muracche
Tortoreto – UN’ANTICA VILLA IN CUI SI PRODUCEVA ANCHE VINO – Martedì 6 agosto alle ore 18, presso l’Arit a Tortoreto, si terrà la conferenza sulla riapertura del sito archeologico della Domus Muracche, le vestigia di un’antica villa romana, un sorta di agriturismo in cui si produceva tutto ciò che la terra dà di buono da queste parti, dal vino all’olio.
Per visitare il sito, occorrerà un’adeguata segnaletica sulle strade principali, altrimenti nessuno saprà come raggiungerlo, così come nessuno sa come arrivare al vulcanello che si trova tra Atri e Pineto, una vera curiosità naturale che potrebbe attirare curiosi e visitatori, se si sapesse dove si trova…
Un’autentica riscoperta dei veri valori che possono supportare validamente il turismo, comiciando proprio dall’archeologica, molto presente nel Teramano, a cominciare dai siti di Ripoli o di Campovalano.
Saranno presenti amministrazione e Soprintendenza archeologica. L’evento così come i lavori di restauro sono stati curati dal consigliere delegato ai beni patrimoniali del Comune, Lanfranco Cardinale e dal funzionario della Sovintendenza, Sandra La Penna.
L’amministrazione Comunale di Tortoreto scopre un autentico gioiello, un patrimonio storico di grandissimo valore: la Domus delle Muracche. I lavori di restauro (per un importo di 45mila euro) per la salvaguardia del bene danneggiato dall’alluvione sono stati diretti dal funzionario della Soprintendenza per i beni archeologici di Chieti, Sandra La Penna. “Dopo secoli e secoli di buio sotterraneo, dopo lunghi anni di scavi torna alla luce la DOMUS DELLE MURACCHE. Le campagne di scavi eseguite nel 1988 dalla soprintendenza di Chieti hanno portato alla luce la testimonianza dell’ esistenza di una villa rustica costruita nel II secolo a. C.. ricca di mosaici policromi, anfore italiche, vasche di fermentazione, torchio. Il tutto verrà preservato grazie a questo intervento che permetterà di completare i lavori già avviati precedentemente, consistenti nella realizzazione di una copertura in acciaio di protezione degli scavi e di sistemare il tutto con passerelle pavimentate e parapetti in modo tale rendere il sito fruibile per le visite da parte del pubblico.
Il progetto di recupero del sito archeologico ha l’obiettivo di valorizzare le straordinarie emergenze archeologiche, storiche e culturali presenti sul territorio di Tortoreto, soprattutto nell’ottica di contribuire ad incentivare maggiormente flussi di turismo culturale.
LA VILLA
Organizzata come un’azienda agricola, al centro di una piccola proprietà terriera, era specializzata nella viticoltura e nella produzione del vino piceno. La parte più antica è quella rustica, con doli (grandi giare) per la conservazione delle derrate alimentari, olio, vino, grano, orzo ecc. Alcune stanze erano riservate per la torchiatura (torculiarum) delle olive, per la pigiatura (calcatorium) dell’uva e fermentazione del mosto. Nella parte residenziale (pars urbana) ci sono le sale di rappresentanza (triclinium) e da letto (cubiculum) con mosaici decorati con tessere bianche, azzurre, e nere. La datazione si estende dal II sec. a.C. al IV d.C.
L’organizzazione delle attività era affidata ad un conduttore (vilucus) che risiedeva nella villa con la sua famiglia mentre il proprietario (dominus) vi soggiornava periodicamente per controllare l’andamento della produzione agricola. Lo stato di conservazione, la tecnica costruttiva (le murature in opera incerta) i particolari decorativi (tra i quali si evidenzia una testa di leone in calcare di accurata fattura), nonché l’edificio architettonicamente notevole è fondamentale per lo studio delle forme insediamentali e produttive nel territorio di Castrum Truentinum, di recente individuazione.
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