I pozzi senza fondo degli autoporti: una mostruosa quadruplice incompiuta
Pescara – TUTTI COSTATI SOMME ENORMI, TUTTI CHIUSI E IN DEGRADO – Prima o poi qualcuno dovrà scoperchiare la pentola maleodorante degli autoporti abruzzesi, tutti costati delle somme enormi, tutti serviti per sostenere carriere politiche (vergognose) e clientele, tutti chiusi e anzi in progressivo degrado. Sono inutilizzabili prima ancora di essere mai stati utilizzati. Vuole saperne di più tutto l’Abruzzo, ma all’azione passa soltanto la CNA Abruzzo, mandando un po’ di carte bollate alla Corte dei Conti. Un esposto-denuncia, tecnicamente, che riguarda le strutture fantasma di Roseto, Castellalto, Avezzano e San Salvo. Tra i quattro autoporti, solo quello di Avezzano è stato parzialmente utilizzato appena dopo il terremoto del 2009. Ma non certo da autoporto, più che altro come deposito.
Le strutture sono gigantesche, e sono costate somme enormi, sicuramente decine di milioni di euro, da anni. Sono state talora usaten per gare di ciclismo amatoriale o corse d’auto, secondo la CNA Abruzzo. Per dei giornalisti che si sono occupati – come noi abbiamo fatto – del problema, impossibile arrivare a capo: silenzi, muri di gomma, personaggi ambigui ed elusivi, scaricabarile e reciproche accuse. Non se ne viene a capo. Talvolta, sembra davvero di aver a che fare con vicende del profondo Sud, dove poteri occulti e forti dominano il campo ad ogni livello, per impedire che se ne sappia troppo. Chi sa perchè e a tutela di quali interessi.
Ora la speranza è che la Corte dei Conti affronti l’argomento sotto il profilo (oggi rilevantissimo) dello spreco enorme di denaro pubblico, senza alcun costrutto e senza alcun risultato. Si rifletta sul fatto che, se si fosse trattato di un autoporto, la vicenda avrebbe potuto essere assimilata alla storica inettitudine italiana nei confronti delle opere pubbliche. Ma le incompiute, qui, sono quattro. Davvero troppe per una piccola regione di 1,3 milioni di abitanti. Non 1,3 milioni di tir e autosnodati con rimorchio da parcheggiare negli autoporti.
Il testo – indirizzato alla procura generale della Corte dei Conti dell’Aquila – documenti istituzionali, rassegna stampa, con cui si ripercorre la storia delle quattro strutture per le quali la Cna chiede di «accertare se le risorse finanziarie utilizzate siano state correttamente impiegate; se la realizzazione degli autoporti abruzzesi risponda a una effettiva esigenza della logistica regionale e quindi la loro mancata apertura possa configurarsi come un danno per la società abruzzese. Oppure se non sia stato generato un enorme sperpero di danaro pubblico, anche in considerazione del degrado progressivo cui le stesse strutture sono condannate, con la conseguente determinazione di nuovi oneri a carico della collettività ».
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