Provincia, sprechi e precari
L’Aquila – SFOGO DI UNA LETTRICE NELLA CITTA’ PIU’ TRISTE D’ITALIA, CHE VA SPOPOLANDOSI – Da A.F., persona a noi nota, riceviamo una lettera che è un’istatanea, uno sfogo, un atto di accusa: “Un famoso cantante, leggo, icona della sinistra storica, oggi non voterebbe, non saprebbe chi votare, deluso e smarrito. Presumo che accadrà la stessa cosa a molti abruzzesi, segnatamente aquilani, per le prossime regionali. Per non parlare di provinciali, se mai ce ne saranno ancora. Presumo anche che saranno ben chiari e identificabili i responsabili di tanto sfacelo. Spiego.
L’Aquila perde abitanti (5.000 vivono ormai a Pescara, risulta al sindaco Cialente), L’Aquila è una città triste, decadente, smarrita, in cui si vive male. Centinaia di giovani sono le vittime, ma anche le loro famiglie. Si soffre doppiamente in questa città di rovine non solo murarie. Concorsone e concorsino al Comune, occorre personale, ma non ci si decide (come il sindaco vorrebbe) a prelevare dalle graduatorie degli idonei o a praticare scorrimenti di graduatorie.
Si prende qua e là , mentre chi è idoneo per concorso resta a casa. Una somma, lacerante ingiustizia.
Il peggio si raggiunge in Provincia, dove un’inchiesta pesante (anche a carico del presidente Del Corvo) fa luce su sprechi di denaro, lavori costosi spacciati per urgenti, non lo erano se non per chi ci lucrava vistosamente. Una rete di episodi oscuri sui quali si farà luce, indicando i responsabili (nessuno ha mai creduto che sospettabile a suo tempo sia stato solo l’ing. Specchio), e mostrando che soldi ce n’erano ma non per i lavoratori precari gettati fuori a fine 2012. Gente sul lastrico, senza futuro, ormai anche senza indennità di disoccupazione. Senza pudore, senza umanità , la Provincia decise di spendere e spandere per le scuole, ma non di salvare i precari, complici partiti politici e sindacati, tutti silenziosi e distratti.
Il Comune è riuscito a farlo, perchè ha voluto farlo e si poteva fare. Del Corvo e i suoi non lo hanno fatto, gettando a mare decine di famiglie. Che fine farà questa gente? Ingrosserà la schiera dei disperati e naturalmente di chi non andrà a votare, tanto meno per chi senza pudore aspira a candidature e blasoni. In scenari desolati e aridi vive L’Aquila, la città più triste d’Italia, che ora comincia a capire con chi deve prendersela. Nella precedente amministrazione Pezzopane una cosa del genere non sarebbe accaduta mai e poi mai. Scusate lo sfogo”.
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