Sesso e case, ora bufera politica
Chieti – Il ritornello è sempre lo stesso: “I vertici del comune non potevano non sapere”. E’ l’innesco della bufera, ora tutta politica, dopo l’arresto dell’assessore alla politica della casa, Ivo D’Agostino, accusato di concussione e violenza sessuale. Avrebbe preteso da ben cinque donne prestazioni sessuali, in cambio di promesse per far loro ottenere alloggi popolari. Donne straniere, in difficoltà , qualche volta anche madri, che avevano bisogno di un alloggio e lo chiedevano. Per avere risposte del tipo che la polizia ha scoperto e consegnato in un corposo rapporto alla Procura.
D’Agostino sarà sentito domani dai magistrati e si pensa ad un incidente probatorio. La sua posizione è delicata e, secondo gli inquirenti, esistono prove indiscutibili del suo comportamento. Presumibile che l’interessato dica il contrario, negando tutto, ma si vedrà .
La vicenda giudiziaria, intanto agita la città . Le opposizioni politiche chiedono le dimissioni del sindaco Umberto Di Primio, pretendono un’inchiesta a tutto campo sulle case e sulle graduatorie di chi aspira ad averle. Luce su tutto. Magari ci si poteva pensare anche prima…
Voci alte, toni aggressivi, e il sindaco che fa sapere: “Tutelerò la mia onorabilità in tutte le sedi”. Di Primio non ci sta a lasciarsi giudicare su certe cose e su certi avvenimenti. Che, sul piano giudiziario, debbono trovare conferme, come sempre.
La reazione politica contro il sindaco e la sua maggioranza (che peraltro non appare granitica) sembra quello che è: lo spunto per aggredire l’amministrazione, per cogliere al volo l’occasione di bersagliare il primo cittadino. C’era forse qualcuno che aspettava da molto di poterlo fare apertis verbis. L’attività , diciamo, dell’assessore finito ai domiciliari durava da tempo e le voci circolavano, anche se sussurrate. Possibile che la politica fosse la sola a non tendere l’orecchio? Possibile che ai piani alti non fossero giunti sussurri o grida? Su questo interrogativo costruiscono l’azione le opposizioni.
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