Venti anni di restauri
Pescara – (di Stefano Leone) – PESCARABRUZZO TIRA LE SOMME – Nel 1993 è iniziata la lunga, ininterrotta serie di restauri finanziati dalla Fondazione Pescarabruzzo che ancora oggi prosegue su tutto il territorio della provincia e della regione. In 20 anni gli interventi resi possibili grazie alla Fondazione hanno toccato, almeno una volta, ben 33 comuni, salvando numerose opere dal degrado e dall’abbandono. Per celebrare questo importante anniversario sono state raccolte in mostra, alcune delle ultime opere che sono state restaurate con il finanziamento della Fondazione. La stessa Fondazione è particolarmente lieta, di esporre la loro bellezza ritrovata, allo sguardo della nostra comunità e di richiamare l’attenzione sull’immenso patrimonio artistico della regione Abruzzo, spesso ignorato o sottovalutato. Durante il percorso espositivo vengono illustrate le fasi di restauro dell’opera “San Francesco in Orazione”. E’ la prima opera ad essere restaurata con finanziamento Fondazione nel 1993. Autore Giovan Francesco Barbieri detto “Il Guercino”. La storia del dipinto di Pescara è contrassegnata da una lunga serie di incertezze attributive tra gli storici dell’arte, chi lo vuole opera del maestro, chi del suo nipote e allievo prediletto, Benedetto Gennari junior, che è sempre rimasto fedelissimo alla lezione del maestro. Fermo restando che critici dello spessore di Fausto Gozzi, Denis Mahon, Luigi Salerno, Daniele Benati ed altri hanno sostanzialmente confermata l’attribuzione al Maestro di Cento. I vari passaggi di proprietà dell’opera sono stati accuratamente ricostruiti da Paola Vallisi, fino a giungere nelle mani di Gabriele d’Annunzio che nel 1929 la donò alla nascente cattedrale di San Cetteo, da apporre vicino alla cappella dove ha trovato sepoltura l’amata madre. Altre opere in mostra, “Madonna della neve” di Pianella – Statua in terracotta il cui autore è Troiano Gizzi (Troianus de Giptiis de Castro Montis, oppure Troyan). L’eccezionalità di questo scultore e pittore cinquecentesco, all’interno del panorama storico-artistico regionale, è data dal corpus che conta ben quattro opere autografe, fatto piuttosto raro in Abruzzo, alle quali possono aggiungersi altre sculture in terracotta e affreschi a lui attribuibili. Si tratta di opere inedite, per le quali non sono stati condotti studi specifici, fino ai restauri, sopra citati, grazie ai quali è stato possibile delineare una personalità caratterizzata da diverse sfaccettature, molto distante dalla visione semplicistica e popolare avanzata dai critici. I lavori di restauro hanno permesso la corretta lettura della produzione di questo artista, (l’indubbia bellezza di queste sculture era infatti celata ed offuscata dalle pesanti ridipinture), riportando al loro originale splendore opere che mostrano l’alta qualità formale, sia nel modellato che nella resa pittorica. Di questo autore su pannelli sono esposte: “Madonna Regina Coeli” di Villa Celiera e “San Rocco” proveniente da S.M. Arabona di Manoppello.“Nascita della Vergine”, dipinto di autore ignoto. Al momento del sisma del 2009, era esposto nella Prefettura di L’Aquila, edificio che è diventato l’immagine simbolo del terremoto che ha ferito profondamente la città e il suo patrimonio artistico. L’opera è stata gravemente danneggiata e, dopo il suo recupero dall’edificio in crollo è stata trasferita insieme a un gran numero di opere salvate presso il Museo delle Paludi “Musé” di Celano. L’intervento di restauro è stato reso possibile grazie ad una raccolta fondi organizzata dalla Fondazione. Dopo il restauro e la permanenza in questa mostra l’opera sarà trasferita al Museo Piccolomini di Celano. “Trittico su tavola” di Autore ignoto. Proveniente dall’Oratorio di Santa Maria delle Grazie di Alanno. Nell’aprile del 2009 si trovava nelle fasi conclusive del restauro. A causa dell’inagibilità dell’edificio in seguito all’evento sismico si è deciso, in accordo con la parrocchia e la Soprintendenza, di ospitare l’opera nella Maison des Arts della Fondazione Pescarabruzzo, nella speranza che possa essere ricollocata il prima possibile nella sua sede abituale. “Madonna dell’Elcina”, terracotta di Abbateggio. Autore ignoto. Opera a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Statua in terracotta policroma – ignoto seguace di Paolo Aquilano – a cavallo sec. XV/XVI altezza cm 140 – larghezza cm 85 – profondità cm 65. Abbateggio, omonima chiesa La Vergine, con le mani giunte in preghiera e la testa leggermente inclinata verso destra, è raffigurata in adorazione del Bambino che giace sulle sue ginocchia. Il pargolo volge lo sguardo verso lo spettatore con la bocca aperta e la mano destra benedicente; nella mano sinistra regge una sfera. Il termine “dell’Elcina” prende spunto da una leggendaria apparizione della Madonna sopra un albero di elce, (leccio), a due pastorelli. Sul luogo, come richiesto dalla Vergine stessa ai due fanciulli, venne poi eretto un piccolo santuario e ancora oggi, sotto l’altare, si conserva un pezzo del tronco del leccio.
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