Busi, Faletti, Camilleri
(Di Carlo Di Stanislao) –
E’ ancora viva l’ eco delle polemiche per il non inserimento fra i finalisti dello Strga e per il rifiuto di ricevere il premio alla carriera al SuperMondello, perchè gli organizzatori gli avevano negato la cifra richiesta: 10.000 euro almeno, per partecipare.
E dopo avver fatto drizzare al solito i capelli a la “Zanzara”, l’altro giorno su Radio 24, dopo che anche Siti aveva raccondato il suo romanzo da leggere in questi giorni d’ estate, si torna a parlare di lui, Aldo Busi, come vincitore del premio Giovanni Boccaccio 2013 per “la raffinata trascrizione del Decamerone” (edito da Rizzoli), e con l’ultimo romanzo, edito da Dalai, uscito dopo dieci anni di silenzio ostinato, pronto a comparire anche in edizione tascabil, e nella collana “Vintage” di Rcs Libri.
Sempre Vintage , la collana di bestseller tascabili d’autore , ripropone quattro thriller di Giorgio Faletti, usciti nel tempo proprio per Dalai: “Io uccido”, “Fuori da un evidente destino”, “Pochi inutili nascondigli” e “Io sono Dio”.
Faletti, vero factotum della produzione italiana, ha intato pubblicato un altro libro: “Da quando a ora”, con allegata una colonna sonora in due cd: il primo (Quando), che raccoglie le canzoni donate ad altri e qui interpretate dal loro padre naturale, e il secondo (Ora), che si compone di dodici inediti.
Insomma, un’autobiografia letteraria a cui si aggiunge una colonna sonora e, per farla più completa, una rapprssentazione tetrale, per la regia di Massimo Cotto:“ Da quando a ora in scena”, piece presentata il primo luglio al laghetto di Villa Ada a Roma, nell’ambito della ventesima edizione di Roma incontra il mondo e il 18 a Recanati e che dimostra che lui, Faletti, è meglio degli altri e tutte le “edizini” se le cure e le realizza in simultanea.
Comunque, nonostante tutto, a parte le bizze di alcuni e la furbizia di altri, il più amato dai booklovers resta Camilleri, che, secondo un’inchiesta sulle pagine social di Libreriamo, supera Erri De Luca (secondo) e Valerio Massimo Manfredi (terzo) e il cui ultimo libro, “Un covo di vipere” (sempre con Montalbano che intanto invecchia), è in testa alle classifiche italiane dei libri più venduti.”
Gli altri autori più votati vi sono anche Alessandro Baricco e Massimo Gramellini, mentre fra le autrici spiccano: Simonetta Agnello Hornby,Oriana Fallaci, Margaret Mazzantini e Danila Comastri Montanari, autruice di gialli storici come “Publio Aurelio”, “Dura Lex”, “Cave Canem”, “Morituri te Saluntant”, ecc.
Ho letto che l’idea di scrivere questo tipo di giallo le venne sui vent’anni, quandò scoprì le inchieste del giudice Dee, e pensò che se Robert Van Gulik era riuscito a fare indagare un antico mandarino cinese, qualcuno avrebbe potuto mettere in scena come investigatore anche un senatore romano. Due decenni dopo, poiché l’idea non era ancora stata sfruttata, decise di realizzarla ed il successo fu immediato.
Ho molto apprezzatto il suo “Cui prodest”, partita di latrunculi tra Aurelio e Delia, che echeggia decisamente, sia per la posta, sia per una frase precisa pronunciata dalla schiava, quella al gioco dell’oca tra Angelica e il principe di Condé e in cui pare quasi che la mitica (almeno per la mia generazione) “Marchesa degli angeli”, doni ispirazione (ma dal futuro) al grande Publio Aurelio Stazio, senatore per scelta e detective per passione, che si finge per due volte schiavo per portare a termine le sue indagini.
E siccome ho le mie preferenze anche nei personaggi, amo soprattutto Pomponia (e mi identifico col marito Servillo), migliore amica del protagonista, obesa signora dal grande appetito, energica e curiosa, ma anche dalla generosità infinita, sempre in guerra con l’amica-rivale Domitilla per il titolo di matrona più informata dell’Urbe, che conosce ogni segreto dei suoi abitanti, grazie all’esercito di schiavi, ancelle et similia che paga per spiare i padroni.
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