SANITOPOLI ESISTEVA: RAFFICA DI CONDANNE, 9,6 ANNI A DEL TURCO


Pescara – UN ALTRO PRESIDENTE DELLA REGIONE CONDANNATO COME PACE E COME SALINI – (Foto: in evidenza Del Turco, sotto il presidente De Santis e i PM Bellelli e Di Florio) – Sanitopoli non è un modo di dire approssimativo e giornalistico, è realtà, è esistita. Tangenti e corruzione, tutto vero. Non lo dice la solita stampa, nè altri usando la fantasia, ma un tribunale. In primo grado, s’intende, ma comunque in una sentenza. Un’affermazione in toto dell’impianto accusatorio di Trifuoggi (poi andato in pensione) e dei suoi successori Di Florio e Bellelli. Il tribunale di Pescara alle 14 ha emesso la sentenza. 9 anni e 6 mesi a Del Turco, per il quale ne erano stati chiesti 12. Per un errore della corte, si era parlato all’inizio di 9 anni e 9 mesi, ma sono 6. E ancora 3 anni e 6 mesi ad Angelini (che era accusatore ma anche imputato), 9 anni a Conga, 4 a Boschetti, 4 all’ex deputato Aracu, 2 a Mazzocca, 6,6 a Quarta. 9 anni a Cesarone. Il dispositivo della sentenza è molto lungo e il presidente Carmelo de Santis ha impiegato molti minuti a leggerlo in un’aula stracolma. Da rilevare che anche l’ex presidente della Regione Giovanni Pace, di segno politico opposto rispetto al socialista Del Turco, è già stato condannato a due anni per concussione dalla Corte d’appello dell’Aquila, e molti anni orsono, il presidente Rocco Salini ebbe anche lui una condanna, dopo l’arresto in massa della giunta regionale agli inizi degli anni Novanta a L’Aquila. Una regione dalla intensa storia giudiziaria, quella abruzzese, un tempo in buona salute economica, oggi in gravissime difficoltà e in decisa recessione occupazionale e produttiva.
La camera di consiglio è durata circa tre ore. I pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli avevano chiesto per l’ex presidente Del Turco 12 anni e l’interdizione. Ad accusare Del Turco l’ex titolare della clinica privata Villa Pini di Chieti, Vincenzo Angelini, imputato e allo stesso tempo parte offesa nel processo, che nel 2008 in sette interrogatori fiume rivelo’ ai magistrati di aver pagato tangenti per un totale di circa 15 milioni di euro ad alcuni amministratori regionali in cambio di favori. Un fiume d’oro finito in mille rivoli per appagare appetiti e richieste anche pressanti e minacciose. Per i giudici di Pescara, tutto vero. Prevedibile, anzi scontato, l’appello di tutti i condannati e quindi si prospetta un secondo maxiprocesso, davanti alla Corte d’appello dell’Aquila, fra diversi mesi.
Secondo l’AGI che riassume le vicende “Del Turco e’ accusato insieme all’ex capogruppo del Pd alla Regione Camillo Cesarone e a Lamberto Quarta, ex segretario generale dell’ufficio di presidenza della Regione, di aver intascato mazzette per cinque milioni e 800mila euro. Per questa vicenda fu arrestato il 14 luglio 2008 insieme ad altre nove persone, tra le quali assessori e consiglieri regionali. L’ex presidente fini’ in carcere a Sulmona per 28 giorni e trascorse altri due mesi agli arresti domiciliari. A seguito dell’arresto, Del Turco il 17 luglio 2008 si dimise dalla carica di presidente della Regione e con una lettera indirizzata all’allora segretario nazionale Walter Veltroni si autosospese dal Pd, di cui era uno dei 45 saggi fondatori nonche’ membro della Direzione nazionale. Le dimissioni comportarono lo scioglimento del consiglio regionale e il ritorno anticipato alle urne per i cittadini abruzzesi.


22 Luglio 2013

Categoria : Cronaca
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