La foto che parla
Pescara – (di Stefano Leone) – E’ notorio quanto sia sorprendente come le persone trascorrano più tempo a pianificare la loro prossima vacanza che il loro futuro. Così come altrettanto notorio è che la migliore condizione di lavoro, è la vacanza. Essere in vacanza è non avere niente da fare e avere tutto il giorno per farlo, questo è il nettare della vita. Così capita di girovagare fra vicoli del vecchio borgo marinaro.
Tutto è contrasto. Il bianco, comune di questi posti, con i colori variopinti dei fiori che si mostrano in tutta la loro felice consapevolezza di essere sbocciati quaggiù. I colori di case, porte, finestre sono un misto di bianco e pastello classico dei borghi marinari. Loro, i vecchi marinai, usavano colorare le loro case con le stesse vernici che usavano per le loro barche. Da qui la moltitudine di bianco e pastello che insieme si fondono ai colori dei fiori. E, camminando nella calura serale, fra muretti in pietra viva e archi naturali riadattati, capita di imbattersi davanti l’ingresso di una abitazione. Fiori rigogliosi e piante tanto belle da apparire finte. Invece è tutto vero. Tutto vero anche il cartello che il proprietario, stanco della male educato andazzo di residenti e turisti molto poco avvezzi al rispetto e al civismo, fa ricorso alla tecnologia e, con l’aiuto di un pc e una stampante che mal si conciliano con la bellezza autentica e vera del luogo, attacca questo messaggio ai passanti tutti. “Che tutti i passanti di codesto luogo ne abbiano conoscenza e consapevolezza”, si direbbe volendo scimmiottare, commettendo sacrilegio, l’espressione dantesca. La richiesta, sotto forma di suggerimento, è chiarissima, dunque. La grande gioia di avere un cane è quella di poterti rendere ridicolo davanti a lui. Non soltanto non ti rimprovererà, ma anche lui farà lo stesso.
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