Niente egoismi territoriali
L’Aquila – APPUNTI DI FINE LEGISLATURA – Scrivono GIANFRANCO GIULIANTE, ANGELO DI PAOLO, RICCARDO CHIAVAROLI, BERARDO RABUFFO, GIUSEPPE TAGLIENTE, consiglieri regionali che da qualche tempo trovano identità di opinione e di atteggiamento politico: “E’ necessaria una riflessione sull’agenda politico-programmatica di fine consiliatura. Bisogna anzitutto rilevare un oggettivo ritardo su alcuni argomenti che per altro si vanno ad intrecciare in queste ore con problematiche oggetto di attenzione “giudiziaria” e conseguentemente mediatica. Si intende parlare di tutta una serie di impegni che pure erano stati affrontati e “risolti”, salvo poi incagliarsi in diatribe localistiche.
SISTEMA IDRICO INTEGRATO
La Regione ha rimodulato tale comparto creando l’E.R.S.I. passando da sei a un unico soggetto programmatore riducendo costi e poltrone in modo cospicuo! Da tale scelta e dalle analisi fatte dai singoli liquidatori dei sei ambiti emerge che l’E.R.S.I. nascerebbe con venti milioni di debito (stima prudenziale) se i soggetti gestori non trasferiranno le risorse dovute. Sull’argomento, peraltro, il Commissario ha sottolineato (anche a mezzo stampa) la possibilità di un ulteriore debito fuori bilancio per la Regione. Il “pallino” del sistema idrico integrato (S.I.I.) è in mano ai comuni che sono i soci unici delle società di gestione e indicano la programmazione dei singoli comparti in sede di A.S.S.I. Stando così le cose, se i comuni non prendono coscienza della necessità di nuove scelte e non trasformano una gestione, in alcuni casi paternalistica e/o clientelare, in gestione industriale, al problema non si troverà soluzione e si è destinati al baratro!
Pertanto l’unica possibilità per far sì che il sistema idrico integrato continui ad avere una gestione pubblica è quella di far retrocedere la politica da ruoli che sono eminentemente tecnici e gestionali, di conseguenza estranei alla sua sfera di competenza.
Si deve inoltre notare che i debiti delle società di gestione che sono di esclusiva proprietà dei comuni qualora ricadessero sui bilanci delle Autonomie Locali creerebbero a macchia d’olio un dissesto che coinvolgerebbe gran parte dei Comuni della Regione.
ATER
La politica aveva preso degli impegni e si era data delle scadenze che sono state eluse dal piccolo cabotaggio che ha visto prevalere gli egoismi localistici. Sin dall’inizio della legislatura era prevalsa l’ipotesi dell’Ater unica. Poi retrocedendo da tale decisione si è sistematicamente mediato al rialzo ipotizzando, e alfine prospettando, cinque Ater (lo status quo) .
Nonostante il tanto tempo trascorso ad oggi la proposta è ancora ferma in Consiglio Regionale.
Riteniamo si debba ritornare all’ipotesi iniziale (Ater unica) e su questo occorre che la politica sia intransigente. Il Consiglio Regionale deve discutere e approvare la legge nei termini che si erano inizialmente previsti e che vedevano convergere le opinioni tanto dell’Assessore all’uopo delegato quanto del Presidente della Giunta Regionale e farlo in tempi brevissimi.
Ormai siamo agli sgoccioli, e il tempo che ci rimane deve essere utilizzato per riacquistare credibilità . Non sarà facile ma ci si deve provare”.
Non c'è ancora nessun commento.