Crisi, aumenti, scioperi, consumi – Sentiamo i senza voce: benzinai e fruttaroli


L’Aquila – (di G.Col.) – Un caffè (pessimo e costoso) si può prendere nella stazione di servizio (oggi, sciopero dei benzinai) sull’autostrada A-14 tra Lanciano e Pescara Sud. Il bar, infatti, è aperto. Il benzinaio è disposto a parlare, ma premette: “Fai scomparire il telefonino, niente foto e niente nomi”.
Dà del tu come se fossimo andati a scuola insieme, ma oggi è la regola. Del resto, lei o tu, le cose non cambierebbero di un millimetro.
“Giusto ‘sto sciopero?”
—”Abbiamo chiuso e scioperiamo, perchè più i prezzi aumentano e meno guadagniamo. Intascano solo i petrolieri e lo Stato”.
“Come sarebbe?”
—Sarebbe che più i prezzi salgono e meno la gente fa il pieno. Dall’estate scorsa ad oggi, i clienti in questa stazione sono scesi almeno del 15%, o forse anche più. La gente mette sempre 20 euro. E ha sempre meno soldi. I turisti, poi, nemmeno l’ombra. Rimangono i camion, i tir, quelli il pieno debbono farlo per forza, ma poi vi fanno pagare le merci sempre più care. Alla fine i fessi siete voi che arrivate in auto qui e fate la spesa al supermercato”.
Una concezione economica lineare, diremmo di una chiarezza che nessun cervellone di economista o politico riescirebbe a uguagliare. Insistiamo: “Come vi difendete?”.
—”Scioperiamo, che c. dobbiamo fare? Ma le macchine consumano sempre meno, mettici pure questo. Quanto ci fai tu con un litro? Venti chilometri? Dieci anni fa ne facevi 12. (Ndr: verissimo, la nostra utilitaria consuma la metà di quella che avevamo prima). Sai che cosa occorre fare per smuovere chi comanda, e anche i petrolieri? Uno sciopero di 15 giorni a self-service esauriti e a benzina razionata prima dello sciopero. Non più di 20 euro per ogni serbatoio 48 ore prima dello sciopero, così nessuno si fa la scorta. Bloccare l’Italia da capo a piedi, come fecero i portuali con la Tatcher negli anni 80 in Inghilterra”.
“Non è uno scandalo che ci siano aumenti prima delle vacanze estive?”
—”Una porcheria. Tanto, la scusa per giustificare i rincari la trovano sempre”.
Colloquio finito. C’è un tizio sceso da una Panda amaranto che bercia e strepita perchè c’è lo sciopero.

A L’Aquila, parlottiamo con il nostro fruttivendolo (da vent’anni).
“Prezzi sempre carissimi, si vendono frutta e verdura?”.
—”Manco la metà rispetto a pochi mesi fa. La gente ne fa a meno, oppure aspetta l’offerta speciale, o si affolla nel supermercato che giura di dare tutto a 1 euro al chilo. Leggono le stronzate che scrivete sui giornali”.
Intanto la dipendente del fruttarolo, imbronciata e scontrosa, preleva e getta via verdure a pacchi e frutta “toccata”, ormai guasta.
“Scriviamo quello che dite voi o che dicono altri. Tra virgolette. Dunque: conviene tenere i prezzi alti?”
—”Insisti? Non possiamo ridurli, ci costa tutto caro all’origine. Prendetevela con i grandi produttori, i grossisti, i comandanti che decidono tutto. Noi gettiamo via la maggior parte della merce ogni sera”.
“Mele con l’etichetta costose e farinose, ammaccate e spesso immangiabili…”
—”Mica ci sto dentro, alle mele. E poi non posso farci niente. La merce arriva così…”.
“Potreste magari scrivere che è frutta conservata dall’anno prima, no? Quanta frutta spacciata per fresca esce dai magazzini dove è conservata dall’anno scorso?O non lo sapete?”.
—”Non sei venuto mica qui per farmi incazzare? Non fare il mio nome e vattene a comprare altrove, se non ti piace qui”.
Potrebbe anche scagliarci in faccia un melone retinato. Meglio darsi. Buon lavoro…
Si fa per dire: quale lavoro? Conviene farsi l’alberello e aspettare che si maturino, ad agosto, le mele con il vermicello dentro e le albicocche abitate dalla ‘forcinella’. Naturalmente se non gela a maggio, cosa che a L’Aquila capita, mica c’è solo terremoto quassù. Alla fine, compreremo marmellate di frutta in vetro e mangeremo verdure surgelate coltivate chi sa dove. Sempre se potremo comperarle, ipotesi quanto mai flebile, dati i tempi. Dicevano i vecchi che non può essere più buio che a mezzanotte. Forse siamo in piena mezzanotte, e non ce ne siamo accorti. Oppure esiste qualcosa di più buio della mezzanotte: l’una del mattino! O anche i retroscena dell’economia di mercato, dove la prima regola è farsi i soldi, finchè è possibile, e poi scappare altrove.


17 Luglio 2013

Categoria : Cronaca
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