Da stasera stop ai carburanti, mentre i prezzi salgono e i consumi scendono


L’Aquila – Stasera alle 22 sciopero dei benzinai. Fino alle 6 di venerdì. C’è da rompere la palla di vetro, perchè non serve più a … fare previsioni. Maghi, ciarlatani e altri chiacchieroni possono andarsene in pensione. Per prevedere gli aumenti dei prezzi dei carburanti, ogni anno inesorabilmente, basta guardare il calendario. I prezzi salgono a Natale, a Pasqua, poco prima dei “ponti” più lunghi (ma ormai anche poco frequentati…), ma soprattutto verso metà luglio, quando gli esami scolastici si concludono, le fabbriche (quelle sopravvissute) chiudono, e – normalmente – la gente va in vacanza.
Da un paio di anni, c’è anche una novità: le vacanze si sono accorciate, e milioni di persone possono permettersi solo qualche week end da pendolari, a un tiro di schioppo da casa. Quindi viaggi e pieno di carburante. Per i petrolieri va sempre bene.
L’Italia è sempre stato un paese di sconci trafficoni e di grotteschi pagliacci, ora però diventa anche un paese di delinquenti. Alzare i prezzi dei carburanti a orologeria è da criminali. Ma da criminali stupidi. Infatti, tu alzi il prezzo della benzina, ma io non faccio il pieno, e quindi… I consumi di carburante in Italia solo nel 2013 sono scesi del 7-8%, ma se si fa il conto, da quattro anni ad oggi, sono scesi di quasi il 20%.
Come dire: se posso farne a meno, non viaggio, non uso l’auto. A subire l’effetto di questa reazione dei consumatori, naturalmente, è la vacanza. La prima cosa che si taglia, è proprio la vacanza. I trasporti commerciali debbono andare avanti per forza, e le conseguenze sono quelle che abbiamo sotto gli occhi: turismo rovinato, prezzi alle stelle sui banchi dei mercati, e un vulnus al tessuto economico che sta diventando una tragedia nazionale, con fame e suicidi, emigrazione e disperazione.
Ma non fa nulla: ecco immancabile la notizia che tutti aspettavano. Sciopero dei benzinai contro gli aumenti dei prezzi. Perdite di posti di lavoro, calo dei consumi, ferite mortali al turismo e al commercio. Andiamo avanti così. le agenzie di rating dovrebbero dare all’Italia non BBB, che è ancora troppo, bensì ZZZ.


16 Luglio 2013

Categoria : Cronaca
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