L’Aquila non ignori il generoso Kazakistan


Caso Kazakistan, e pasticci romani ad alto e altissimo livello, sui quali il pallido Letta tuona: “Chi ha sbagliato pagherà”. La storia, così tipicamente italiana (nessuno è al suo posto a compiere il suo dovere, specie quando i casi da rivolvere sono scottanti o implicano cultura politica e conoscenze storiche e di cronaca), dovrebbe interessare particolarmente L’Aquila. Invece, almeno finora, non si è percepita una parola da nessuno. L’Aquila al Kazakistan deve molto: quel paese di cui la maggior parte degli studenti e dei laureati sulla quarantina non sa neppure pronunciare il nome. Ci ha donato un bel pacco di milioni da usare per la ricostruzione. Inviati davvero e usati, inaugurazione qualche giorno fa, presente l’ambasciatore kazako. Obama non ha offerto un dollaro, i cosacchi tanti milioni di euro. Così va il mondo.
Ora l’Italia offende il Kazakistan e combina uno di quei pasticci di cui vergognarsi. Una di quelle gaffes per le quali siamo considerati i pagliacci d’Europa, specie sui giornali inglesi e tedeschi. Questi ultimi con odioso astio, i primi con graffiante ironia albionica. Nel chiedere scusa, se lo farà, l’Italia ricordi che il Kazakistan si è dimostrato molto generoso e serio, al contrario di tanti altri guitti e ladroni arrapati dagli affari che si potevano imbastire con il terremoto. Ma soprattutto le autorità aquilane e abruzzesi, forse, dovrebbero manifestare simpatia al Kazakistan. A prescindere da colpe e responsabilità di questo o quel protagonista della oscura vicenda in atto. O siamo bravi solo a tendere le mani adunche, per ghermire regalìe e versamenti di contante?



15 Luglio 2013

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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