Di tutto per uccidere un turismo esangue
L’Abruzzo sta subendo di tutto, purchè sia ucciso, soffocato, l’esangue turismo che ci rimane, quello spontaneo (sia al mare che in montagna), non certo quello sostenuto, pensato, organizzato, promosso, costruito. Infatti, quest’ultimo non c’è mai stato. Da noi le persone vengono solo perchè l’Abruzzo è bello, la gente accogliente (almeno, una parte della gente), la natura e la storia sono generose. Ma una serie di carenze, oppure di congiure se preferite, sta producendo degli effetti micidiali. Questa mattina ad Alba Adriatica al mare erano pochi. Il rientro del divieto di balneazione farfugliato in ritardo non è servito per indurre chi c’era a restare e chi non c’era ad arrivare. Quanto al fiume Vibrata, la causa della morte del mare albense, appariva marrone e schiumoso, secondo alcuni anche maleodorante. In pratica, nessuno ha detto perchè il mare è stato non balneabile per due giorni, perchè non lo è più, chi lo ha reso una fogna con le onde, e chi pagherà per aver riversato liquami sotto la bandiera blu di cui Alba si vanta. Come tante altre spiagge abruzzesi. Certo, è difficile capire cosa sia e cosa garantisca una bandiera blu. Forse il colore è da rivedere. Facciamo azzurrina, nocciola, color gelato, ma blu…
Contando su un futuro migliore (a renderlo tale, turisticamente, non ci vorrà molto: siamo a zero), ci auguriamo che un domani, se le cose andranno peggio, non dilaghi la furia popolare: turisti inferociti e sporchi di marrone, albergatori con il forcone, ristoratori con i badili, pescatori con branzini caricati a dinamite. Acqua quieta vermi mena, dice la saggezza popolare. E se invece fossero piranha amazzonici?
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