Le nuove frontiere della protezione civile
L’Aquila – ARDINGO: “PROFONDA ARRETRATEZZA DIGITALE” – (Foto: Ardingo e Santangelo) – Un pubblico numeroso e partecipe ha decretato il successo dell’iniziativa “Tutelare i territori per tutelare le popolazioni”, durante il quale si sono avvicendati numerosi interventi che hanno abbracciato tematiche di strettissima attualità: dalla protezione civile alla tutela dell’ambiente per arrivare all’importanza delle reti civiche e al coinvolgimento delle imprese che vogliono contribuire alla prevenzione e alla Tutela ambientale, social media e cittadinanza attiva: gestione delle emergenze.
Per Luciano Ardingo del gruppo SPEE: «L’Aquila e l’Abruzzo si trovano in una condizione di profonda arretratezza “digitale” e infrastrutturale ma il sisma può paradossalmente portare a un’accelerazione». Ha poi poi aggiunto: «La ricostruzione è una grande opportunità per dar vita a una città in grado di affrontare le sfide future, pur nella consapevolezza che tutte le città “intelligenti” sono digitali ma non tutte quelle digitali sono intelligenti». La vera differenza sta nella progettualità.
Massimo Cialente ha affermato che per superare l’attuale stallo occorrerebbe entrare in una dinamica collaborativa tra i diversi livelli dello Stato, inoltre «si deve creare una consapevolezza e una partecipazione dei cittadini sui temi della protezione civile, anche perché l’estrema fragilità dei territori spesso dipende dall’intervento dell’uomo».
Gli ha fatto eco Ernesto Lombardi: «Le tecnologie sono globali ma i veri legami comunitari e sociali sono locali: collaborazione, resilienza e sussidiarietà sono le parole della protezione civile che devono trovare spazio sui media e nell’educazione civica».
Il giornalista Salvatore Santangelo ha poi descritto il processo che dal terremoto di Haiti all’uragano Sandy fino all’attentato di Boston ha generato una sempre maggiore centralità dei social network: «Facebook e Twitter hanno dimostrato di poter fornire un valido supporto all’azione della protezione civile di fronte alle emergenze, ma accanto ai benefici vi sono però anche potenziali rischi, per questo è necessario ripensare le modalità d’intervento in caso di calamità». Ogni evento catastrofico scatena la sua complessa rete di rapidi scambi e nel frenetico rincorrersi di informazioni nei social media ma ciascuna di esse può comportare dei rischi quando si naviga in situazioni di emergenza. Il primo è la diffusione della disinformazione. Proprio per questo è fondamentale “riscrivere” tutto il ciclo della protezione civile.
Le conclusioni sono state affidate al capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, e all’assessore regionale Gianfranco Giuliante. Quest’ultimo, in particolare ha voluto ribadire che: «Non si può più pensare di fare una pianificazione urbanistica che guardi solo a quanto viene redatto nei piani regolatori, ma si deve tenere conto anche della pianificazione ambientale, che rispetti le necessità della protezione civile. Dobbiamo cambiare completamente il metodo di approccio alla pianificazione, pensando a prevenire i disastri, attraverso un’unica regia tra gli assessorati Territorio e ambiente, Urbanistica e Protezione civile, studiando anche le problematiche connesse con la viabilità. In questo senso mi sto adoperando per far nascere un tavolo di concertazione tra tutti questi soggetti».
Chiaramente su questo, come su altri importanti temi, incombe il problema drammatico dei tagli operati per la crisi economica. «Fino a quando non dobbiamo fronteggiare le emergenze, possiamo farcela, perché si tratta di gestire un’attività di prevenzione che si può fare anche con poche risorse. Il mio obiettivo è quello di far comprendere a tutti i cittadini che anche loro possono essere parte attiva nel sistema della prevenzione. Per questo, spesso, basterebbe che il cittadino rispettasse le norme comportamentali. Abbiamo fatto, a tal proposito, parecchie campagne di informazione nelle scuole e cercheremo di continuare su questa strada». All’evento organizzato dall’associazione “L’Aquila che rinasce” hanno partecipato anche Giuseppe Mangolini e Michele Fina.
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