“Biomasse, una continua violenza”


L’Aquila – “E’ inaccettabile che, in nome del profitto, il nostro territorio, ed in particolare quello abruzzese, venga letteralmente violentato dalla continua installazione di centrali a biomasse, l’ultima quella che la Futuris Aquilana si appresta a costruire in una zona altamente antropizzata dell’aquilano, con evidenti e gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini. Credo sia arrivato il momento di riordinare il meccanismo di rilascio dei “certificati verdi” ed apportare sostanziali modifiche all’attuale sistema di incentivi pubblici previsto per le biomasse; intervento quest’ultimo resosi necessario al fine di una migliore efficienza energetica, della drastica riduzione delle emissioni di composti tossici ed infine della minore diffusione di gas climalteranti; in virtù di ciò è imprescindibile valutare seriamente le analisi sul ciclo di vita delle centrali”. A dichiararlo è la Cittadina al Senato del MoVimento 5 Stelle Enza Blundo.
“Nonostante la letteratura scientifica si stia sempre più occupando delle conseguenze sulla salute dei cittadini prodotte dalle polveri sottili ed ultrasottili emesse dalle centrali a biomasse – continua la Blundo – spesso non si trova traccia, nei provvedimenti che le autorizzano, della previsione di limiti specifici per gli inquinanti derivanti dall’attività di combustione delle biomasse, lasciando in tal modo ampi margini d’azione nello svolgimento dell’attività. Ad esempio la centrale turbogas, già presente sul territorio di Gissi in provincia di Chieti e funzionante da svariati anni, ha creato non poche problematiche sul territorio circostante con un’alterazione rilevante per la flora e la fauna del fiume Sinello. Inoltre, non sono stati attivati studi e indagini al riguardo nonostante le segnalazioni dei cittadini.”
“Per questo motivo ho indirizzato ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico una interrogazione chiedendo loro di incentivare un uso energetico delle biomasse maggiormente integrato nel sistema delle fonti rinnovabili e fortemente sganciato dalla mera logica del profitto. Occorre quanto prima una svolta radicale che impedisca il continuo avvelenamento dell’ambiente e il depauperamento delle vocazioni naturali, sociali ed economiche che ogni territorio locale o nazionale ha diritto di tutelare e conservare” conclude la Blundo.


07 Luglio 2013

Categoria : Cronaca
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