Adesso basta con i ritardi nella ricostruzione dell’edilizia residenziale pubblica
L’Aquila – (di Pio Rapagnà, ex parlamentare) – NO DELLA REGIONE AD UNA LEGGE AD HOC – ESISTE UN OCCULTO E TACITO ACCORDO? – E’ incomprensibile come il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Sardegna-Lazio-Abruzzo, l’ATER ed il Comune de L’Aquila, dopo più di 4 anni trascorsi dal terremoto del 6 aprile 2009, ben 51 mesi, 1.553 giorni oggi, non abbiano ancora dato avvio alla ricostruzione pesante di “tutti” gli alloggi ed edifici residenziali pubblici classificati E.
Allo stesso modo, come fossimo in presenza di un segreto e tacito accordo, il Consiglio regionale non ha mai voluto approvare una “Legge ad hoc” sulla ricostruzione e messa in sicurezza antisismica della Edilizia Residenziale Pubblica.
Tra grandi emergenze abitative post terremoto e gravi ritardi più volte dununciati dal Mia Casa d’Abruzzo anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ed a seguito di un intervento diretto dell’allora Prefetto Gabrielli, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con “specifica” Ordinanza n. 3803 del 15 agosto 2009, assegna un primo finanziamento di 150 milioni di euro immediatamente disponibili “per la realizzazione, in termini di somma urgenza, dei necessari interventi di ricostruzione o di riparazione degli immobili di proprietà dell’ATER Regionale (ATER)”.
Nei Comuni del cratere la maggior parte degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica hanno subito danni gravi e le verifiche tecniche effettuate dalla Protezione Civile hanno dato i seguenti risultati: 2.176 alloggi classificati A e dichiarati agibili; 624 alloggi classificati B e dichiarati temporaneamente inagibili; 156 alloggi classificati C e dichiarati parzialmente inagibili; 852 alloggi classificati E e dichiarati totalmente inagibili. Nel corso dei 4 anni trascorsi, a seguito di numerose criticità manifestatisi e dopo ripetute segnalazioni del Mia Casa, numerosi alloggi classificati A sono stati dichiarati “non più agibili” e tanti altri classificati B, C e D hanno visto modifica la rispettiva categoria di danno. Molti alloggi, tra l’altro, pur classificati A e considerati abitabili, nei fatti non sarebbero attualmente affatto agibili e sicuri al cento per cento.
Nessuno dei soggetti Istituzionali hanno altresì utilizzato i dati e le schede tecniche e operative sugli “edifici pubblici a rischio sismico” che i le Società “Collabora e Abruzzo Engineering” avevano elaborato tra gli anni 1999 e 2003 e trasmessi alla Protezione Civile Nazionale ed agli Enti Locali, Comuni, Province e Regione, direttamente interessati.
Il che “avrebbe potuto” consentire ai soggetti attuatori della ricostruzione e della messa in sicurezza antisismica, di “avviare” e realizzare in tempi rapidi la ricostruzione, a cominciare proprio dagli alloggi pubblici e misti, dando un esempio ed uno stimolo anche ai soggetti privati: ma nulla di tutto ciò è stato fatto!
I “soggetti attuatori”, dal canto loro, per tutta una serie di “incredibili” ostacoli burocratici, non hanno aperto alcun cantiere per la ricostruzione pesante e per la messa in sicurezza antisismica degli edifici residenziali pubblici di proprietà “proprio” dell’ATER e del Comune di L’Aquila, pur essendo stati il Commissario alla ricostruzione Gianni Chiodi e il Vice-Commissario Massimo Cialente ad avvalersi “sin da allora” del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche come “soggetto attuatore unico”.
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