Gli eletti non hanno… licenza assoluta
Pescara – (Foto: Del Vecchio con Legnini) – Scrive il consigliere comunale Enzo Del Vecchio: “E’ sulla base di specifici e differenti programmi politico-amministrativo che i cittadini di Pescara hanno consegnato il governo ed il controllo della Città e, in ragione dei risultati conseguiti decideranno se confermare o interrompere queste scelte. Una fiducia che, nel rispetto del mandato democratico ricevuto, con la logica e con buon senso non può essere interpretata come una licenza assoluta e tale da consentire di porre in essere attività e programmi sconosciuti alla stessa Città quanto non in contrasto con la stessa, secondo il giudizio unanime sostenuto dagli Organismi ed Associazioni competenti su una determinata questione. Una linea di confine sottile ma assolutamente percettibile che possiamo rintracciare, in questa fase di governo cittadino, sulla filiera programmatoria/realizzativa di alcune opere pubbliche che, per la loro invasività sul piano delle relazioni ambientali-sociali-economiche, determineranno modificazioni enormi sulla vita collettiva e che riguardano, in una direzione sud-nord, le seguenti opere: “Valorizzazione urbana lungomare sud” – “Riqualificazione di Corso Vittorio E.” – “Realizzazione Parco Nord”. Intorno a queste tre opere si è sviluppato, in maniera più o meno esaustiva, un confronto sia all’interno che all’esterno del Palazzo comunale e che ha visto sia la maggioranza che l’opposizione collocate con visioni non sempre unanime al proprio interno. Due diverse posizioni che sono destinate, entrambe, a far scaturire le soluzioni peggiori per la collettività. Dalla parte della maggioranza si assiste al far prevalere, non l’approfondimento e l’analisi per la ricerca di punto di mediazione accettabile quanto la spregiudicatezza a mostrare i muscoli virili di una politica che sa di poter sopravvivere solo avendo di fronte una parte debole e che, nonostante tutto, è mal disposta ad abbandonare comode poltrone che forniscono appannaggi e poteri di difficile ripetitività; dall’altra si connota una opposizione, fatta da una pluralità di formazioni politiche, dimentica di una visione programmatica generale, forse troppo impegnativa e dispersiva di energie, e più incline a perseguire singole questioni. Francamente trovo illogico e contraddittorio il comportamento variegato ed ingiustificabile dei diversi partiti di maggioranza ed opposizione nel quadro degli interventi sul sistema ambientale rappresentato nei progetti sopra richiamati, aventi enormi riflessi sulle attività commerciali-turistiche, che pure dovrebbero trovare una esaustiva risposta alle seguenti questioni:
- come si può giustificare l’assenza di una pianificazione generale della viabilità e della sosta;
- come si può giustificare la riduzione e/o modificazione degli spazi verdi per far posto a gallerie, strade e palazzi in controtendenza con quegli esempi a cui tutti, ipocritamente, giornalmente ci richiamiamo;
- come si può dare inizio a programmi infrastrutturali pluriennali in scadenza di mandato;
- come si può anteporre la ricerca dell’effimero alla crisi economico-sociale che non ha bisogno di essere ulteriormente descritta;
- come si può anteporre l’egoismo di singoli amministratori o di singoli partiti alle sofferenze dei tanti.
Non più tardi di qualche settimana fa aleggiava sul Comune di Pescara il fantasma di una politica protesa alla ricerca della condivisione, non sulla gratuità o meno delle strutture pubbliche che pure meriterebbero maggiore attenzione, sulle scelte che, per ragioni diverse, avessero riflessi e ripercussioni eterogenee e complesse sulla vita economico-sociale delle persone e delle imprese della città. Gli avvenimenti di questi giorni, purtroppo, ci hanno consegnato un Comune frequentato da spettri spaventati dal consumarsi del tempo del governo e del controllo ma comunque indaffarati a elargire immaginifiche prospettive a cui loro stessi non credono più seppur nutrendo la recondita speranza di poter rivivere come nel libro “Io speriamo che me la cavo”. Non so quanti degli attuali amministratori (compreso me) si riproporranno al giudizio elettorale e non so quanti di loro “se la caveranno” ma una cosa oggi assume sicura certezza: “chi non se la cava è Pescara”.
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